In centinaia hanno sfilato per dire no all’intolleranza
SASSARI. Sarebbe stato un bagno di folla se gli scrosci d’acqua non avessero messo ko la macchina organizzativa. Ma il maltempo non ha spento l’entusiasmo e in centinaia hanno sfilato per andare «Diritti al cuore».
La manifestazione contro l’omofobia, il sessismo e il razzismo è stata un tripudio di gioia: una festa en plein air che ha unito senza distinzione d’età, colore politico e orientamento sessuale, quanti credono nell’uguaglianza dei diritti. Uno schieramento trasversale raccolto sotto una bandiera senza loghi, per dire no all’intolleranza e sì alla cittadinanza dei gay.
Il Mos (Movimento omosessuale sardo) ha lanciato la sfida, ma i capricci del tempo hanno sbarrato la strada a quanti avrebbero dovuto mettersi in auto sotto un cielo livido di pioggia.
Alle 17.30 era ancora tutto fermo. Un manipolo di persone si trovava in piazza Marconi, inchiodato dal temporale sotto la tettoia di fronte alla fermata del tram: striscioni arrotolati e bandiere afflosciate. Si temeva il flop. Ma dopo le 18, quando la pioggia ha dato tregua, la calca si è finalmente dilatata sul marciapiede. La dissacrante bandiera del Mos, con i quattro mori nell’atto di baciarsi, ha cominciato a sventolare. Sono spuntati cartelli irriverenti che sbeffeggiavano volti noti della politica: Giovanardi con le orecchie d’asino, La Russa alla berlina e la Mussolini tacciata come «recidiva omofoba». Pollice alto solo per Mara Carfagna: superstite all’epidemia omofoba che ha contagiato il centro-destra: un’assoluzione, la sua, vincolata alla promessa di votare sì al testo di legge sull’omofobia.
Dopo un’ estenuante attesa, il leader del Mos, Massimo Mele è comparso a bordo di un camioncino ricoperto di palloncini colorati. Al suo fianco le esuberanti drag queen in tutù succinti dai colori sgargianti. Ancora un po’ di suspance e finalmente il là è arrivato. Il corteo è partito, direzione piazza Tola, con in testa lo striscione della manifestazione. A seguire un arco di palloncini con i colori dell’Arc (l’associazione gay di Cagliari) che incorniciava le evoluzioni di sbandieratori e giocolieri. Dietro, uno striscione vergato a spray faceva il verso a uno dei tanti luoghi comuni, sfoderando un originale: «L’omofobia è contro natura». A seguire, i manifestanti scatenati sui ritmi dance sparati dal carro a tutto volume. In mezzo alla folla, oltre ai rappresentanti della galassia di comitati cittadini, non sono mancati volti noti della politica locale, tra cui Alessandra Giudici, Dolores Lai, Michele Azara, Gavino Sale e Manuel Pirino.
«Sono soddisfatto soprattutto dell’umore che ha attraversato la manifestazione – ha detto Mele -. È stato un momento di gioia condivisa, una bella reazione all’intolleranza. Speriamo che sia una spinta all’approvazione del registro per le unioni civili».
Fonte La Nuova Sardegna articolo di Lara Gargano
Un bel articolo, sono contenta 🙂