Giornata di preghiera per la libertà di pensiero dei cattolici ultratradizionalisti. Per la Lgbt una provocazione nella Giornata mondiale contro l’omofobia
SASSARI Ancora uan volta, in piazza d’Italia si sono fronteggiati gli attivisti della Lgbt, il movimento per si batte per la libertà degli omossessuali, e i cattolici ultradizionalisti della Sentinelle in Piedi, fieri difensori della famiglia tradizionale e feroci oppositori di tutti i diritti rivendicati negli ultimi decenni da gay e lesbiche . Ieri, infatti, le Sentinelle in Piedi si sono date appuntamento in piazza d’Italia per la loro preghiere silenziosa: semplici attivisti, alcuni esponenti di partito, l’ex parlamentare Carmelo Porcu. Per la Lgbt, che ieri celebrava la Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia è stata quasi una sfida. «Una provocazione che ci fa arrabiare ancora più delle loro bugie – sostengono gli attivisti della Lgbt –. Da anni scendono in piazza per “difendere il diritto di opinione” che altro che non è se non il loro diritto a discriminare gay e lesbiche. La legge infatti esiste dal 1993 e prevede una specifica aggravante per reati, già puniti dal codice penale, motivati dall’odio “razziale etnico e religioso” e condanna chi “incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Sostenere che questa legge impedirà loro di dire che sono contro i matrimoni gay è una pura falsità – aggiunge il movimento per i diritti degli omosessuali –, ma impedirà di dirlo dai loro pulpiti, cattedre e poltrone varie con motivazioni che di veritiero, scientifico e, a volte, anche umano, non hanno niente. Pensare inoltre che una legge mai messa in discussione prima oggi possa paventare un rischio per la libertà di opinione è alquanto singolare: vuol dire che parlare male della chiesa o dei suoi fedeli non è semplice opinione, ma farlo di gay e lesbiche si. Se non è omofobia questa!». Un ulteriore punto di scontro è sulla scuola. «Non sappiamo cosa sia questa “teoria gender”, ma crediamo che debbano essere portati avanti programmi di informazione ed educazione a una cultura del rispetto e delle diversità che permetta a gay, lesbiche, trans, e non solo, di affrontare meno soli il difficile cammino dell’adolescenza. Libertà di insegnamento per i genitori? No, non siamo d’accordo. Crediamo invece che quei diritti del bambino che vengono tanto sbandierati contro le coppie gay contemplino anche il diritto ad una educazione libera da pregiudizi e obiettiva, all’interno di un circuito di scuole pubbliche efficienti e libere. Nell’ottica di una pacifica convivenza – è la conclusione del movimento per i diritti degli omosessuali – di tutte le realtà di cui è composta la nostra società».
Oggi la proiezione del film PRIDE
Primo appuntamento del percorso di “Diritti al Cuore”, la manifestazione contro omofobia, razzismo e sessismo che si concluderà il 13 giugno, oggi alle 21 al cinema Moderno con la proiezione del film di Matthew Warchus “Pride”. Una storia vera ambientata negli anni ’80 sul sostegno di un gruppo di lesbiche e gay alla lotta dei minatori che portò alla partecipazione dei sindacati dei minatori al Pride londinese del 1985 e all’inserimento dei diritti delle persone omosessuali nello statuto delle Unions su pressione dei minatori. Uno dei primi esempi di incontro tra il movimento LGBT e altri gruppi sociali in lotta che, negli anni successivi si sarebbe notevolmente rinforzato. Oggi gay lesbiche e trans partecipano ai più ampi movimenti di lotta così come i Pride vedono la partecipazione di partiti, movimenti e sindacati. Esempio di questa condivisione di lotta e di obiettivi è proprio “Diritti al Cuore” che nasce come incontro tra i principali movimenti di liberazione: quello femminista, quello antirazzista e quello omosessuale e transessuale.
Da La Nuova Sardegna 18 Maggio 2015
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