La magistratura reagisce collocando i più pericolosi in comunità
SASSARI. La giustizia è uno specchio che riflette i cambiamenti della società. L’incontro di ieri nell’aula magna della corte d’appello è servito per parlare di statistiche giudiziarie ma ha anche inquadrato due fenomeni sociali destinati a far discutere. Il primo è l’allarme per l’aumento dei casi di bullismo e di violenza sessuale commessa dai minori.
A parlarne è stata Gabriella Pintus, che dirige interinalmente della Procura dei minori da quando è stato trasferito il procuratore Francesco Verdoliva.
Il magistrato ha spiegato che nei numeri delle inchieste sulla criminalità giovanile sono aumentati in modo preoccupante i casi di violenza e di sopraffazione da parte di giovani. Il teatro di queste azioni sono soprattutto le scuole «dove – ha detto il magistrato – capita spesso che i ragazzi si organizzino in squadre per commettere atti di bullismo». Gesti che la Procura qualifica, come prevede il codice, come stalking. I magistrati dei minori hanno affrontato la situazione chiedendo anche il collocamento in comunità di alcuni dei protagonisti di queste azioni, che preoccupano anche per il loro effetto emulativo. Mandare un ragazzino in comunità non è mai una scelta facile ma, ha spiegato ieri il magistrato, a volte è anche l’unico modo per tutelare sia le presunte vittime sia i bulli.
E sono in aumento anche i casi di violenza sessuale consumata da ragazzi nei confronti di coetanee, anche loro minorenni. Un denomeno che la Procura dei minori non si limita a registrare o a reprimere ma che, insieme con il tribunale, sta anche affrontando con il sistema della prevenzione.
E di prevenzione, ma applicata a un altro ambito, ieri mattina ha parlato a lungo il procuratore generale Claudio Lo Curto. L’avvocato generale della Repubblica ha spiegato come, tra le tante altre attività del suo ufficio, la Procura generale stia dando grandissimo impulso ai sequestri preventivi dei patrimoni di personaggi di notevole caratura criminale eppure non necessariamente indagati o condannati. Lo Curto ha ricordato il caso recente dell’olbiese, sospettato di essere dedito allo sfruttamento della prostituzione, al quale il tribunale ha sequestrato otto immobili. È stata la prima applicazione delle modifiche introdotte dal pacchetto sicurezza alle leggi sulla pericolosità sociale, contro la mafia e contro il terrorismo.
La Procura generale – nella sua attività di coordinamento delle Procure della Repubblica di Sassari, Tempio e Nuoro – sta inoltre curando un protocollo d’intesa per l’applicazione delle procedure di demolizione degli immobili abusivi.
Da La Nuova Sardegna 20/02/2011