29 mesi di carcere preventivo, licenziato dalle Ferrovie in quanto “presunto” terrorista, Bruno Bellomonte, simbolo della caccia alle streghe scatenata in Sardegna ed in Italia contro un inesistente terrorismo, dopo l’assoluzione piena al processo incassa anche il reintegro nel suo posto di lavoro
Cagliari. Era finito in prigione e c’era rimasto 29 mesi, accusato di essere un terrorista, perdendo anche il suo impiego da capostazione. Nel giro di pochi mesi per Bruno Bellomonte, ferroviere sassarese, sindacalista e indipendentista, e’ cambiato tutto: a novembre e’ arrivata la sentenza che gli ha ridato la liberta’. E questa mattina il Tribunale del Lavoro di Roma gli ha ridato anche il lavoro: il giudice Massimo Pagliarini, accogliendo un ricorso d’urgenza, ha sospeso l’efficacia del licenziamento e ordinato a Rete ferroviaria italiana di reintegrarlo immediatamente. (Ansa)
Pubblichiamo l’articolo apparso oggi su ilMinuto sull’assoluzione e il reintegro nel posto di lavoro del sindacalista sassarese.
“Che non ha nuociuto a nessuno e dunque è incolpevole”. E’ questa la definizione che il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti dà dell’aggettivo “innocente”. Innocente è l’aggettivo che sempre abbiamo dato a Bruno Bellomonte, dichiarato tale dai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Roma nel novembre scorso, dopo 29 mesi di carcere preventivo. Una prigionia, lo ricordiamo, basata su un teorema accusatorio inconsistente e tutto politico, legata a una campagna mediatica indicibile e a un licenziamento dal posto di lavoro per assenze ingiustificate. “Bruno era agli arresti da quasi un anno quando le ferrovie dello stato nel 2010 hanno deciso di licenziarlo perché ‘assenteista’ dal posto di lavoro – precisa una nota stampa di a Manca pro s’Indipendenzia, organizzazione politica di Bellomonte – Bruno si trovava in prigione a subire il processo che poi l’ha visto uscire completamente innocente”. “Il fatto non sussiste”, recita la sentenza, ma nonostante Bellomonte a novembre sia stato dichiarato innocente con formula piena, Trenitalia decide di non reintegrare uno dei suoi sindacalisti più agguerriti. Per questo motivo il ferroviere sardo ha dovuto presentare ricorso d’urgenza alla Sezione Lavoro del Tribunale di Roma, che in data 16 marzo ha sospeso l’efficacia del licenziamento e ordinato a Rete ferroviaria italiana di reintegrarlo immediatamente nel suo posto di lavoro. “Lo stato italiano ha dovuto ammettere quello che tutti sapevamo, quello che tutti […] denunciavamo come ingiustizia e accanimento nei confronti di un compagno, di un patriota sardo […], Bruno dovrà essere reintegrato immediatamente […]. Questa non è solo una sua vittoria, – prosegue l’organizzazione della sinistra indipendentista sarda – ma è una vittoria di tutti i lavoratori che non si piegano alla forza di chi li vuole umiliare, privare della loro dignità di uomini!”.
Fonte ilminuto.info