Pubblichiamo un articolo de La Nuova Sardegna sulla conferenza stampa di presentazione del comitato cittadino per il SI all’acqua pubblica al referendum che si svolgerà i prossimi 12 e 13 Giugno.
SASSARI. L’acqua è un diritto umano universale che non può essere piegato alle fredde leggi di mercato. Non si può vendere come merce qualsiasi. Occorre studiare un sistema di gestione a partecipazione pubblica.
A circa tre mesi dal referendum col quale gli italiani saranno chiamati a decidere come amministrare il bene più importante, il comitato «Acqua bene comune Sassari» rilancia la campagna di comunicazione con l’intento di informare i cittadini su quelle che, a loro giudizio, potrebbero essere le conseguenze di una scelta sbagliata.
Il tema è stato al centro dell’incontro, svoltosi lunedì pomeriggio, nella saletta della libreria Odradek, in via Torre Tonda.
Al termine della seduta, il comitato, presieduto da Antonio Canu, referente territoriale del Forum italiano per l’acqua, ha redatto un documento che fissa i punti salienti della piattaforma con la quale il gruppo, costituitosi due anni fa, intende affrontare gli appuntamenti già fissati nel fitto calendario di iniziative in programma per le prossime settimane.
«Due sì per l’acqua bene comune» è il motto individuato dal direttivo del sodalizio per riassumere la posizione in previsione della prossima consultazione referendaria del 12 e 13 giugno.
Posizione argomentata da una serie di dati, snocciolati nel corso della riunione, alla quale è intervenuto anche Giampaolo Mameli dell’associazione «Enrico Berlinguer» di via Oriani. Citando uno studio congiunto, realizzato da Unioncamere, ministero dello Sviluppo economico e Bluebook, che tiene conto della situazione pregressa, Canu ha indicato una serie di possibili conseguenze legate alla privatizzazione. «Aumento delle tariffe del 60 per cento negli ultimi 10 anni, diminuzione dei posti di lavoro, scarsa qualità del servizio, riduzione degli investimenti del 66 per cento nel decennio 1990-2000». Tutto questo a fronte di una previsione dell’aumento dei consumi stimata al 19 per cento nei prossimi vent’anni.
«Per scongiurare il rischio del ripetersi di questa situazione – ha concluso Canu – proponiamo ai cittadini due sì, per abrogare l’obbligo di vendere ai privati ed eliminare dalla legge ora in vigore l’obbligo di remunerazione del capitale investito». Due grimaldelli, secondo i sostenitori del Forum, con i quali si può scardinare il sistema che rischia di portare alla privatizzazione un bene che, stando alla loro valutazione, dovrebbe essere gestito e amministrato con un’ampia partecipazione pubblica.
Il prossimo appuntamento è fissato per l’11 aprile con l’arrivo a Sassari di Marco Bersani, responsabile di Attac Italia, associazione impegnata da anni sul fronte dei diritti umani.
Ulteriori informazioni si possono avere contattando la libreria Odradek, l’associazione «Berlinguer» oppure su internet agli indirizzi: www.acquabenecomune.org e www.referendumacqua.it.