Dopo il Gay Pride nazionalisti serbi scatenati a Genova

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Di Massimo Mele il 13 Ottobre 2010. Nessun commento

nazionalista serbo a Genova

Genova, incidenti e paura sospesa Italia-Serbia

Pomeriggio di tensione in centro, dove gli ultras hanno lanciato bottiglie contro la polizia. Allo stadio l’arbitro blocca tutto dopo sei minuti per lancio di petardi. Giallo Stoikovic: “Minacciato dagli ultras, non voglio giocare”. Scontri fino a notte fonda: 16 feriti, dieci fermati

GENOVA – Dopo sei minuti di gioco Italia-Serbia è stata sospesa. I tifosi serbi hanno lanciato alcuni fumogeni in campo, uno di questi ha sfiorato il portiere Viviano. L’arbitro scozzese Thomson ha bloccato il match. L’Uefa aprirà un procedimento disciplinare su Italia-Serbia. “Aspettiamo il rapporto dei delegati Uefa e poì sarà aperto un caso disciplinare”, ha detto il capo della comunicazione dell’organismo che regola il calcio europeo, Robert Faulkner. E’ probabile che l’Uefa darà partita vinta all’Italia per 3-0 e una dura squalifica alla nazionale serba che rischia di essere esclusa dalle qualificazioni europee.

INCIDENTI NELLA NOTTE – Disordini anche all’esterno dello stadio Ferraris. Alcuni tifosi serbi, che avevano già abbandonato lo stadio, hanno continuato fuori dall’impianto con lancio di fumogeni e oggetti. Tensione alta e polizia pronta ad intervenire. Poco dopo la mezzanotte sono ripresi gli incidenti quando la polizia ha cominciato a far defluire i tifosi serbi che erano rimasti sugli spalti per accompagnarli sui pullman. I serbi hanno aperto i cancelli e sono usciti. La polizia è dovuta intervenire per ricacciarli all’interno. Si è scatenato l’inferno. E’ stato uno scontro corpo a corpo. Fumogeni e lanci di oggetti. Sul posto sono arrivate le ambulanze.
I tifosi sono stati riportati all’interno dello stadio dove ci sono stati scontri durissimi con la polizia. Il bilancio delle violenze è di 16 feriti, tra i quali un carabiniere che ha riportato lesioni a un orecchio. Una decina di persone sono state fermate ed è stato sequestrato vario materiale, tra cui bastoni, spranghe e anche coltelli. Sarebbe stato inoltre trovato uno zainetto con all’interno grossi petardi o bombe carta.

Iniziano gli scontri allo stadio

“NON CI ASPETTAVAMO QUESTA VIOLENZA” – Un prepartita ad alta tensione allo stadio Ferraris: gli ultras serbi (esponenti della destra nazionalista che già tre giorni fa hanno causato gravi incidenti a Belgrado durante il corteo del Gay Pride) hanno prima lanciato petardi in campo e contro i tifosi italiani e poi tentato di sfondare i vetri di recinsione che dividevano i settori. Nella curva dei serbi sventolava uno striscione con la scritta “Il Kosovo è nostro”. E un altro, meno politico, ma altrettanto eloquente: “Vaffanculo”.

I giocatori della nazionale guidati da Stankovic hanno provato a riportare la calma con un gesto grottesco: hanno fatto con le dita il gesto del “tre” simbolo della Grande Serbia. Non è servito a calmare gli ultranazionalisti violenti.

Le forze dell’ordine sono entrate in campo in assetto antisommossa. Ma non sono intervenuti con una carica nella curva occupata dai tifosi serbi per evitare “scontri violenti che sarebbero potuti degenerare”. D’altronde, era impossibile giocare: gli spalti di Marassi sono vicinissimi al terreno di gioco. Lo stesso portiere azzurro Viviano, dopo il lancio dei primi bengala, si è portato verso il centro del campo, dicendo: “Io lì sotto non gioco”.

TENSIONE E PETARDI – I circa 1.600 ultras della Serbia erano confinati nel settore ospiti, in una vera e propria ‘gabbia’. A dieci minuti dal fischio d’inizio della partita, valida per la qualificazione a Euro 2012, è cominciato un lancio di fumogeni prima verso l’adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell’Italia. Il lancio è proseguito verso il campo, nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, ed è stato accompagnato anche dall’esplosione di una bomba carta. Petardi, fumogeni e altri oggetti lanciati in campo e contro i tifosi italiani, alcuni ultras hanno cercato di tagliare la rete di recinzione che divide il settore ospiti da quello occupato dal pubblico azzurro. Le squadre erano entrate in campo per iniziare la partita, ma sono state costrette a tornare negli spogliatoi.

“NON DOVEVANO ARRIVARE A GENOVA”. Lo ha detto Roberto Massucci, responsabile per il Viminale della sicurezza della nazionale italiana di calcio. “Dai tradizionali canali di collegamento con la polizia serba, non era arrivato alcun segnale sul grado di pericolosità di questi tifosi. Noi per esperienza avevamo predisposto un apparato adeguato, ma mai avremmo immaginato un livello di aggressività così alto.”.

INCIDENTI IN CENTRO – Ma già nel pomeriggio ci sono stati momenti di tensione con scontri e lanci di bottiglie contro la polizia, scritte sui muri di palazzo Ducale. La situazione, in un primo momento tranquilla, è degenerata intorno alle 19 alla partenza dei due cortei spontanei. Il primo partito da piazza De Ferrari, il secondo da piazza Fontane Marose. I tifosi serbi più violenti -circa 300- hanno rotto qualche vetrina e lanciato petardi contro la polizia.

GIALLO STOIKOVIC – Non c’era il portiere titolare Vladimir Stoikovic, nella formazione della Serbia che doveva affrontare l’Italia per le qualificazioni a Euro 2012: è stato lo stesso giocatore a chiedere di non scendere in campo, dopo che alcuni ultras serbi al seguito della squadra lo avevano minacciato incrociandolo fuori dall’albergo e tentato l’assalto al pullman della squadra. L’autista della squadra ha raccontato: mentre la squadra saliva sul pullman che doveva portarla allo stadio, un gruppo di tifosi serbi è salito ed ha lanciato un petardo contro i giocatori e minacciato Stoikovic. Il portiere è stato portato all’Ospedale San Martino per accertamenti. Secondo quanto accertato dalla Digos, l’estremo difensore sarebbe stato colpito dall’esplosione del fumogeno ma senza riportare ferite gravi.

da repubblica.it 12 ottobre 2010

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