Martedì 25 Ottobre, il Consiglio Comunale di Sassari discuterà l’ordine del giorno urgente, presentato dai consiglieri Ughi e Campus, e sottoscritto da tantissimi altri, su “Prevenzione e lotta all’omofobia e alla transfobia”.
A pochi giorni dall’udienza che vede imputato il MOS per l’occupazione della sala del consiglio comunale nel 2007, in segno di protesta per la mancata approvazione del registro delle Unioni civili e le dichiarazioni omofobiche e sessiste di diversi consiglieri di maggioranza ed opposizione contro gay, lesbiche e trans, Sassari potrà finalmente condannare, senza se e senza ma, la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
Protocollato ad Agosto, subito dopo la seconda bocciatura della proposta di legge contro l’omofobia, l’ordine del giorno si perse fra i documenti del consiglio. Calendarizzato nel consiglio di martedì scorso, venne rinviato per mancanza di tempo e, martedì 25, verrà finalmente discusso come primo punto all’ordine del giorno.
L’omofobia, ovvero quell’insieme di atti, vessazioni, discriminazioni e violenze contro le persone omosessuali e transessuali, è, da qualche anno, una parola piuttosto comune nelle cronache locali e nazionali. La severa condanna religiosa dell’omosessualità e l’acceso dibattito sul riconoscimento dei diritti di cittadinanza a gay e lesbiche, a partire dalle coppie di fatto, hanno portato ad una polarizzazione sempre più forte dei favorevoli e dei contrari, incentivando discriminazioni e violenze di stampo omofobico così come il bullismo giovanile, sempre più spesso motivato da omofobia o sessismo.
La legge Mancino del 1993, che sanziona i crimini di odio generati dal sesso, dalla religione, dalla politica ecc., non contemplava l’omofobia nell’elenco delle cause e i vari tentativi di integrazione del testo sono sempre stati bocciati da una maggioranza trasversale formata da conservatori e cattolici sparsi nei vari partiti, anche di sinistra. La mancanza di una chiara condanna della discriminazione contro gay e lesbiche, così come l’assenza di diritti elementari come il riconoscimento e la regolamentazione delle relazioni omosessuali, hanno contribuito all’aumento degli episodi di omofobia che fanno dell’Italia uno dei paesi europei più colpiti da questo triste fenomeno. A parole tutti si dicono contrari all’omofobia, nei fatti molti di loro omofobi lo sono: la denigrazione, l’offesa o la riduzione dell’omosessualità a malattia, devianza o comunque ad un fatto privato da tenere nascosto sono espressioni di un’omofobia interiorizzata così a fondo da nasconderne il senso fortemente discriminatorio.
Da anni sosteniamo che non ci può essere una reale lotta all’omofobia ed al bullismo senza il previo riconoscimento dei diritti di gay e lesbiche, ovvero senza il riconoscimento della pari dignità e trattamento, davanti alla legge, di tutti i cittadini a prescindere dal loro orientamento sessuale. Così come è necessario dichiarare illegale l’incitamento all’odio, la violenza e la discriminazione, anche dialettica, delle persone GLBT (gay, lesbiche, bisessuali e trans/gender). Questo significa che se qualcuno, come l’assessore regionale lombardo Prosperini, invitasse ad ammazzare i gay con la garrota, sarebbe processato e incarcerato e non potrebbe continuare a sedere nelle istituzioni come invece faceva fino all’arresto per corruzione di qualche mese fa.
Con l’approvazione del registro delle Unioni Civili, anche per le coppie gay e lesbiche, e l’approvazione dell’ordine del giorno contro l’omofobia, Sassari entra finalmente in Europa e, insieme a molte città italiane, province e regioni, si schiera a favore di una legge nazionale per le coppie di fatto, per l’introduzione di una aggravante per i reati a sfondo omofobico e si impegna a sviluppare, in concerto con le associazioni del territorio, delle campagne di sensibilizzazione ed informazione sull’omosessualità e la transessualità e di contrasto dell’omofobia, della trasnfobia e del bullismo.
Pur avendo un valore principalmente simbolico, il documento di condanna dell’omofobia che il 25 verrà discusso in consiglio, ricopre, a nostro avviso, un ruolo fondamentale nello sviluppo di una cultura del rispetto e dell’incontro e dell’inclusione, quali valori fondanti della Sassari in cui tutti noi vorremmo vivere.
E’ per questo che confidiamo in una approvazione unanime del testo senza alcun voto contrario, ingiustificabile anche per un politico di destra o cattolico integralista: chi non condanna la violenza la foraggia.
Per chiunque volesse partecipare alla discussione: si ricorda che le sedute del consiglio comunale sono pubbliche. La discussione, nell’aula del consiglio comunale a Palazzo Ducale, inizierà verso le ore 17:30
Fonte MOS
come pensiamo di aiutare gli altri a non essere omofobi se viviamo in una città dove chi porta una veste rossa di giorno ci condanna e la notte corrompe i ragazzi che il giorno seguente chiamerà pervertiti, malati, ecc.? Non sarebbe l’ora dell’outing?
Personalmente non sono contrario all’outing e in passato ho anche sottolineato comportamenti personali non corrispondenti alla posizione politica o comunque pubblica, anche nel consiglio comunale. Ma credo anche che la mozione che oggi è stata votata abbia un valore superiore all’ipocrisia dei tanti che siedono nelle amministrazioni o nelle chiese cittadine. Se poi qualcuno deciderà di “sputtanare” qualche omofobo ipocrita non sarò certo io a censurarlo, nè lo farà questo sito …