Colori, musica e facce allegre e sorridenti sono stati la costante di tutta la manifestazione contro omofobia, razzismo e sessismo che sabato 23 Giugno ha attraversato le vie di Sassari per concludersi con un lungo concerto in piazza Tola
Solo le 16:30, con un piccolo ritardo sulla tabella di marcia, quando il carro con il sound system entra in una caldissima piazza Università accolta da un grido dei manifestanti già presenti. La musica rende più accettabile l’attesa. Si gonfiano i palloncini, si stendono gli striscioni e si sistemano gli ultimi dettagli tecnici. Apre il corteo lo striscione dedicato a Rossella Urru, la cooperante sarda rapita lo scorso anno in Algeria, seguito da quello ufficiale di Diritti al cuore 2012, Liberi/e di essere Liberi/e di amare. Dietro il carro con la musica dei dj Graffio e Moju Manuli, lo striscione delle donne di Se non ora quando? e noiDonne2005 “+ donne + dignità + democrazia”, quello rosso fuoco degli “studenti gay contro l’omofobia”, quello della CGIL Nuovi Diritti e una delegazione dell’ARC di Cagliari con bandiere e logo del Pride che sfilerà Sabato 30 nel capoluogo sardo. Si srotolano anche le bandiere che cominciano a sventolare: da quelle dei Giovani Democratici a Rifondazione Comunista ai Giovani Comunisti e, naturalmente, quelle del MOS con i 4 mori che si baciano che si ritrovano un pò ovunque nel corteo. Dal carro distribuiscono i cartelli stampati dal coordinamento Diritti al cuore: c’è quello tutto nero in ricordo di XXXX, ucciso brutalmente dai naziskin per la sua omosessualità, uno con la faccia di Fioroni (il leader PD che si è espresso contro le coppie gay) all’interno di una margherita e la scritta “Mettete Fioroni nei vostri cannoni … e sparatelo lontano”, una foto di papa Ratzinger che dice “Io non sono omofoba … sono invidiosa!!!” e anche uno che ironicamente rivendica il matrimonio gay “Voglio avere il diritto di decidere di non sposarmi” e altri più classici “Mamma sono gay”, “Babbo sono trans” e “Babbo sono lesbica”.
“Sono arrivate le drag queen, ora possiamo partire”. Sono le 17:30 quanto La Trave Nell’Okkio, Sequencè Knowles, Lucretia Orgia, Dolomia Chanel e Tremendah Cullen fanno il loro ingresso nella piazza subito attorniate da fotografi e manifestanti. Ancora qualche minuto di attesa per il lungo striscione arcobaleno e il corteo finalmente parte. Prima fermata l’ex-Q dove un “calabrone gigante” fa una piccola gag sul tetto per poi unirsi al corteo e “attenzione, chi viene punto dal grosso pungiglione diventerà gay” e in tanti partecipano al gioco.
In corso Angioy parte Bella ciao che viene cantata un pò da tutti e finalmente tutte le ansie del pre-manifestazione svaniscono. Lungo il corteo saranno in tanti ad unirsi, alcuni perchè arrivati in ritardo altri attratti dalla musica e dalla festa che attira i residenti alle finestre e i commercianti sulle porte. La musica a tutto volume fa da sottofondo ai continui slogan che partono dal microfono “Questa è una manifestazione ecologica per la pulizia della città da tutti gli omofobi, i razzisti e i sessisti. Chiediamo al Comune di fornirci degli appositi bidoni così che possiamo anche riciclarli”. Vaticano e Papa ricorrono in tanti slogan ma sempre ironici “Ratzinger perchè ti arrabbi sempre, noi ti vogliamo bene, vieni qui con noi, il tuo posto è questo!” ma ce n’è anche contro il sessismo e gli attacchi alla 194, contro la legge 40, per il diritto all’autodeterminazione sul corpo e nelle scelte di vita. “Questo è anche il nostro Pride, non avevamo bisogno di scriverlo perchè l’orgoglio l’abbiamo scritto in faccia, siamo qui a testa alta, siamo gay, siamo lesbiche, siamo trans e non ci vergogniamo più” grida Massimo Mele del MOS. Un boato accompagna quello che è diventato lo slogan di tutte le ultime manifestazioni, una risposta ironicamente frivola alle offese contro gay e lesbiche “Ci dicono che siamo pervertiti, che siamo pedofili, che siamo viziosi, che siamo malati, ma non vero, perchè noi siamo bellissimi!!!”.
L’ingresso nel centro storico galvanizza i manifestanti che ballano e saltano in una gioia che coinvolge i passanti, molti dei quali decidono di seguire il corteo.
All’Emiciclo salutano l’assessore Asara e Dolores Lai, assessore alla cultura, che spinge la carrozzina del figlio. Ma sono tanti quelli che hanno deciso di partecipare con tutta la famiglia, bambini compresi, perchè la festa, a dispetto di quanto dicono gli omofobi, è davvero per tutti. All’altezza di piazza Castello arrivano anche i neoeletti Sindaco e vicesindaco di Tissi, comune che patrocina la manifestazione insieme ai comuni di Sassari, Tissi, Banari, Porto Torres e Jerzu e la CPO e la presidenza della Provincia di Sassari.
In piazza Castello alcuni gruppi di ragazzini, quelli che spesso prendono il sopravvento nel centro della città e forse anche, alcuni di loro, autori delle aggressioni degli ultimi mesi, gridano qualche “froscio” a bocca socchiusa ma vengono totalmente snobbati dal corteo e un pò intimoriti si fanno da parte. Il resto dei passanti invece saluta e sorride e diversi si accodano nell’ultimo tratto di strada prima dell’ingresso in piazza Tola.
Dal microfono un appello “Per i diritti se non ora quando?” e un gruppo di donne con un immenso striscione rosa corre verso il palco gridando “Adesso!”. La musica si spegne e La Trave Nell’Okkio saluta la manifestazione e chiama sul palco i rappresentanti delle associazioni per gli interventi politici (fine prima parte)