Destra, tentazione omosex

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Di Massimo Mele il 23 Gennaio 2012. Nessun commento

Conservatori alle nozze gay in Francia e Usa.
In nome di un (gran bel) pugno di voti, i politici in cerca di consensi hanno infranto anche uno degli ultimi tabù: battersi per i matrimoni gay, sfidando il no ingombrante della componente cattolica, onnipresente negli scranni di tutti i parlamenti.
In caso contrario, non si spiega perché, a ridosso di importanti scadenze elettorali e nei periodi di maggiore crisi di popolarità, leader di destra come il presidente francese Nicolas Sarkozy o il premier britannico David Cameron abbiano aperto (almeno a parole per quanto riguarda l’Eliseo) alle nozze omosex, spiazzando l’elettorato di sinistra e, soprattutto, la base più conservatrice dei loro partiti.
IL DIBATTITO SULLE UNIONI CIVILI. Difendere gay e lesbiche, insomma, è cool, e su come legalizzare le unioni alternative si dibatte anche ad altre latitudini. Per esempio a Cuba, grazie all’opera di moral suasion avviata tra i membri dell’apparato comunista di una figura tutt’altro che secondaria: Mariela Castro, la figlia del presidente Raùl a capo del Centro nazionale di educazione sessuale, ha infatti portato la proposta in parlamento all’Avana.
E che dire degli Usa, dove gli sfidanti alle primarie repubblicane Ron Paul e Rick Santorum duellano scontrandosi sull’apertura o meno alle nozze gay, mentre Barack Obama, pressato dall’influente comunità omosex dei democrat, medita da tempo sul da farsi?

La crociata di David Cameron in difesa dei gay

Magari è vero che, anche a destra, i tempi sono davvero cambiati. Non di rado, leader liberali e conservatori hanno dimostrato che si può credere nei valori della famiglia, anche mettendo in crisi un’istituzione borghese antiquata come il matrimonio tradizionale.
Di fronte all’ostruzionismo interno al suo partito, per esempio, lo stesso Cameron che sognava la big society, si è giustificato con un gioco di parole: «Non sono favorevole al matrimonio omosessuale, malgrado sia un conservatore. Sono favorevole al matrimonio omosessuale, proprio perché sono un conservatore».
I VALORI DELLE COPPIE GAY. Costruire una famiglia solida, ha sostenuto il leader dei tory lo scorso ottobre, al suo primo congresso da leader, non è tanto una questione di genere. Ma di volontà e di serietà della coppia in questione. Vallo a spiegare ai compagni più attempati di partito e agli esponenti dell’ala evangelica, i quali, in attesa che nei prossimi mesi la proposta di legge approdi in Parlamento, hanno iniziato a smuovere mari e monti.
Perché mai il premier, dopo aver nominato sottosegretario il deputato Alan Duncan, gay dichiarato, si sia impuntato sul riconoscimento dei matrimoni omosex, quando in Gran Bretagna le unioni civili sono già legali, per molti tory è un rompicapo incomprensibile. Di certo, la legge pro gay non avrà difficoltà a essere approvata a Westminster, perché, quand’anche orfano del suo partito, Cameron avrà dalla sua parte i deputati libdem, compagni al governo, e tutta l’opposizione laburista.
SARKOZY VIRA A SINISTRA. Una virata a sinistra che anche un liberale di destra come Sarkozy, a caccia di voti per le legislative del prossimo giugno sarebbe pronto a compiere, almeno stando alle indiscrezioni pubblicate questo gennaio da Libération.
L’Eliseo ha poi smentito, classificando l’apertura alle unione gay come fuffa gossipara messa in circolazione dagli avversari politici. Ma se il gossip, al contrario, si rivelasse vero, Sarkozy non sarebbe nuovo a simili colpacci, sferrati per strappare consensi alla gauche.
IL 63% DEI FRANCESI A FAVORE. Nel 2007, da neo-insediato al timone della Francia, il presidente nominò ministro degli Esteri il socialista Bernard Kouchner, tra i fondatori di Medici senza frontiere. Poi promosse la candidatura di Dominique Strauss-Kahn alla direzione del Fondo monetario internazionale.
Ora che un sondaggio pubblicato da Le Parisien ha indicato il 63% dei francesi favorevole alle nozze gay (il 74% dei quali tra gli elettori di sinistra e il 77% tra i giovani sotto i 34 anni) l’occasione per un’altra spallata ai socialisti si è fatta davvero ghiotta.

I repubblicani Usa pro gay e il wind of change di Cuba

GLBT pro Obama

Persino negli Usa, dove Obama, da eterno indeciso, ha annunciato di nutrire sul tema, «una posizione in evoluzione», i matrimoni omosex sono diventati un tema appetibile per i repubblicani che, al contrario, non vogliono perdere tempo.
Così, se per il fondamentalista cristiano Santorum, sposarsi tra persone dello stesso sesso equivale a «fare sesso tra cani», Paul, suo competitor libertario alle primarie, è da sempre a favore della legalizzazione della prostituzione e dei matrimoni tra gay e lesbiche.
L’APERTURA DI RON PAUL. «Anche se non sono d’accordo, non posso certi impedire loro di fare ciò che vogliono nel privato», ha dichiarato Paul, consapevole forse dei finanziamenti delle associazioni gay a quattro senatori del Grand old party (Gop), dopo il voto storico che, nello scorso giugno, ha autorizzato i matrimoni gay nello Stato di New York.
In questo inedito clima di grande apertura bipartisan, i messaggi omofobi lanciati da un hacker attraverso l’account Twitter dell’Huffington Post suonano come incredibilmente anacronistici. Paradossalmente, più che a un ultrà cattolico come Santorum, i leader occidentali decisi a svecchiare le loro destre ingessate si sono dimostrati più in linea con il vento che ha iniziato a soffiare a Cuba.
FINANZIAMENI PER CAMBIARE SESSO. Sull’isola, archiviate le persecuzioni verso gli omosessuali della rivoluzione castrista, ormai vengono organizzate annualmente gay parade e il governo finanzia addirittura le operazioni per cambiare sesso. Solo in Italia, dopo il fallimento dei Dico, il dibattito sulle unioni civili – tanto a destra che a sinitra – è finito nel dimenticatoio. E difatti i gay vanno a sposarsi all’estero, Spagna in primis.

Fonte lettera43

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