Der puff, frammenti cantati di corpi internati, apre Diritti al cuore DOC

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Di Massimo Mele il 13 Aprile 2013. Nessun commento

Domenica 14 aprile 2013 alle ore 20.30 al Teatro Auditorium provinciale di Sassari, in via Monte Grappa n. 2, Francesca Falchi e Marta Proietti Orzella sono le protagoniste di Der puff-frammenti cantati di corpi internati di Francesca Falchi.

Con Der puff, il lavoro di Francesca Falchi sulle donne lesbiche sotto il nazismo, “violentate e uccise due volte, sia nei campi di sterminio che con la negazione della loro esistenza e delle loro identità: non lesbiche ma “asociali” perchè non adempivano al loro compito riproduttivo”, parte il lungo percorso di Diritti al cuore D.O.C. che si concluderà l’8 Giugno con un grande corteo cittadino ed un concerto in piazza Tola.
Dietro il motto “Diritti, Orgoglio, Cittadinanza”, Diritti al cuore, la manifestazione contro omofobia, razzismo e sessismo, rilancia e antepone l’urgenza di interventi concreti alla semplice testimonianza di solidarietà. Interventi legislativi ma anche sociali e culturali, a partire dal linguaggio mai così sessista e carico di odio come nell’ultimo periodo.
Der puff segna anche un altro primato, ovvero la riapertura dell’Auditorium Provinciale da tempo in attesa di essere messo al servizio della scuola e della città. Lo spettacolo gode del patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Sassari.
Lo spettacolo ha debuttato in PRIMA NAZIONALE nel gennaio 2013 alla III Edizione della rassegna Sguardi S-velati: punti di vista al femminile a cura di Ambra Postiglione e Annalisa Siciliano che si è svolta Teatro Due Roma teatro stabile d’essai in Vicolo dei Due Macelli, 37 (Roma).
Un primo studio dello spettacolo ha partecipato alla XVIII edizione de Il garofano verde-scenari di teatro omossessuale a cura di Rodolfo Di Giammarco

LO SPETTACOLO
Numerose furono le lesbiche, più o meno note che combatterono strenuamente il nazismo a rischio della propria vita, che furono costrette all’esilio o, che, ancora peggio subirono la prigionia dei campi di concentramento, trovandovi, in molti casi, la morte.
Lo spettacolo si propone di raccontare, utilizzando la forma del cabaret, le storie di queste donne, utilizzando come punto di partenza ideale Il Macinapepe (Die Pfeffermühle) di Mann-Giehese: le canzoni “lesbiche” dell’epoca si intrecceranno con brevi monologhi e dialoghi che esaltino la grevità dell’argomento, stemperata dalla levità dell’intrattenimento goliardico.
Le donne individuate non sono tutte note: alcune sono donne normali delle quali è rimasta una lieve traccia che ha fatto sì che la memoria del loro calvario spirituale e fisico non rimanesse confinata nell’oblio; altre sono artiste che hanno contribuito con il proprio lavoro a denunciare la situazione di bestialità nella quale la Germania era precipitata con l’avvento del nazismo e con il conseguente genocidio programmato del popolo ebraico.
Altre ancora sono state sfiorate dall’incubo nazista, che le ha comunque profondamente segnate e i cui orrori hanno raccontato fino alla fine dei loro giorni.
Da Frieda Belifante a Christa Winsloe, da Charlotte Salomon ad Hanna Hoch, da Henny Schermann ad Elli Smula, da Elisabeth Wust e Felice Schragenheim ad Annemarie Schwarzenbach e Claude Cahun, fino alle sopracitate Erika Mann, Therese Giehse e Claire Waldof e alle tante rimaste sconosciute.
Le biografie a volte complete a volte frammentarie di queste donne testimoniano la loro volontà di opporsi triplicemente ad un sistema che le sminuiva in quanto ebree, in quanto donne ed in quanto lesbiche e ad una situazione politica che ne condannava la condotta “morale” colpendole direttamente attraverso la deportazione o costringendole all’esilio.
La scelta di trattare questo argomento è stata dettata dalla volontà di mettere in luce una Storia/storia omessa: da un lato quella legata all’azione fattiva mirata alla salvezza del popolo ebraico ed al disvelamento dei piani nazisti nei confronti degli ebrei, delle minoranze e dei “deviati” dall’altra quella del movimento lesbico che al momento dell’avvento del nazismo (come accadde anche in Italia durante il fascismo) venne costretto a “non esistere”

Francesca Falchi

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Francesca Falchi

Cagliari, 1970. Nel 1994 si diploma alla Scuola di Teatro di Bologna. Nel 2003 pubblica il saggio El juanero Pasolini e la Spagna. Nel 2007 debutta con il suo primo testo teatrale Frida che nacque due volte, messo in scena dalla compagnia teatrale Fueddu e Gestu. Nel 2009 è finalista con Frida che nacque due volte al Premio di drammaturgia Oltreparola. Nel giugno del 2010 debutta con Il lupo e il cielo spinato. La favola nera di Esther H. (autrice ed interprete) sulla figura di Etty Hillesum. Nel giugno 2011 è ospite della rassegna Garofano verde 2011 con Der puff-primo studio. Nel settembre 2011 è finalista alla II edizione del Premio di Drammaturgia Avamposti d’Autore con il testo Degeneration/Degenderation. Nel novembre 2011 il saggio El juanero- Pasolini e la Spagna esce tradotto in Spagna dalla casa editrice Alreves di Barcellona. E’ finalista alla X edizione del Premio Nazionale di Letteratura e Teatro Nicola Martucci-Città di Valenzano 2012 sezione Premio Attore, con il monologo Giovanna D’Arco (autrice ed interprete). E’ vincitrice della I edizione del Premio Lunarte Festival 2012 con il monologo L’Alba della sposa che ha debuttato a dicembre in Prima nazionale al Castello di san Michele a Cagliari all’interno del progetto Six memos di Daniele Ledda. E’ semifinalista ai Teatri del Sacro 2013 con il progetto CANOSSARIUM del quale è ideatrice, autrice della drammaturgia ed interprete (in scena con lei Rita Atzeri) presentato da Il crogiuolo di Mario Faticoni.

Marta Proietti Orzella
Si laurea con lode in Scienze Politiche con la tesi “Teatro e rivoluzione: l’esperienza del maggio francese”. Vincitrice di una borsa di studio della Regione Sardegna, si diploma all’Ecole Florent di Parigi (4 anni) dove studia recitazione e regia. Seguono stages e laboratori sulla Commedia dell’ Arte. Ha al suo attivo numerose esperienze come attrice per varie compagnie e coordina laboratori teatrali. Partecipa al Festival des Jeunes Talents a Parigi con lo spettacolo “Les Thesmophories”, segnalandosi come migliore attrice protagonista. Risulta finalista in diversi premi teatrali (fra cui lo “Jacques” a Parigi) e concorsi fra cui “Prova d’attore” a Torino e “La parola e il gesto” a Imola. Nel 2007 è vincitrice del Premio Nazionale Teatrale Plauto per l’interpretazione di Quarquoia in “Mostellaria” con Massimo Venturiello per la regia di Beppe Arena. Nel 2007 interpreta Elda in “Che fine ha fatto Baby Bambola?” per la regia di A. Petris, con Mauro Bronchi. Nel 2011 interpreta Martirio ne “La casa di Bernarda Alba” (regia M. A. Calvisi), Programma “Cultura”, Commissione Europea, in collaborazione con Tomcsa Sandor Theatre (Romania), Academy of Humanities and Economies (Polonia) e Boga Net (Spagna). E’ del 2012 lo spettacolo comico-musicale “Fritto misto e baccalà” con i NoiseOff, di cui cura drammaturgia e regia. Partecipa al master selettivo con la compagnia “Los sentidos” di Barcellona e viene scelta per lo spettacolo “Fermentaciòn” regia E. Vargas (2012). Attualmente è docente di corsi di dizione e del corso over 30 per la Scuola d’Arte Drammatica di Cagliari. Interpreta il ruolo di “Suora Chiesa” nel film “Finalmente la felicità” di L. Pieraccioni (2011).

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