Gli studenti delle scuole superiori hammo manifstato questa mattina in piazza Università dove universitari e ricercatori sono da alcuni giorni in agitazione
La protesta contro la riforma targata Gelmini continua anche a Sassari. Questa mattina gli studenti medi, dalle proprie scuole hanno attraversato le vie principali della città in corteo. Obiettivo: Università Centrale per portare sostegno agli universitari e ricercatori che da quattro giorni occupano in modo permanente la sede centrale dell’Ateneo Sassarese. Le stime parlano di più di mille studenti presenti in piazza, e con le idee chiare. Ornella frequenta la quinta magistrale e dice: “difficile guardare con serenità al futuro, in questi ultimi anni abbiamo visto le nostre scuole impoverirsi sempre di più… Le necessità della scuola pubblica sono tante e la riforma non le prende minimamente in considerazione”. Dalla piazza una delegazione entra dentro l’edificio e si unisce all’occupazione. Paolo angiolini rappresentante degli studenti dello Scientifico 2 porta le sue ragioni: “il governo ci descrive come ragazzi manipolati, che non conoscono le ragioni reali della protesta. Ma noi al contrario di chi ci governa abbiamo problemi reali, conseguenze dirette della cattiva gestione della scuola pubblica. Nel nostro istituto il laboratorio di chimica non può svolgere la normale attività didattica in quanto l’assistente tecnico non è stato confermato nel suo ruolo. Una delle tante vittime del precariato scolastico”. Eppure qualcuno che cerca di strumentalizzare la protesta c’è, in un angolo della piazza si snoda lo striscione del Blocco Studentesco. Una ragazza si avvicina e mi da un loro volantino: sono i giovani di una destra nuova che ha odore di vecchio, sono quelli che vogliono il testo unico, una scuola pubblica e laica ma guidata da uomini di stato, meno immigrati… Ma le studentesse e gli studenti della piazza raccontano mondi diversi, orizzonti valoriali e pretese di diritti ben lontani da quelli del Blocco. Sara, studentessa delle magistrali è netta: “il gruppo di destra estrema non è tra gli organizzatori della protesta… la confusione non è nostra ma della destra che usa parole che non gli appartengono. La massificazione culturale porta confusione… ma noi abbiamo le idee chiare: vogliamo garantito il diritto allo studio”. Entro all’interno dell’Università verso le 13, gli occupanti stanno per pranzare. Roberto Santoru è rappresentante degli studenti universitari in senato accademico, è soddisfatto della mattinata di protesta: “con i rappresentanti delle scuole superiori abbiamo pianificato le prossime mosse, saranno diverse le azioni che abbiamo in programma fino al giorno in cui si voterà alla camera la riforma. La Gelmini dice di aprire una lotta ai fannulloni e ai baroni ma non prevede nessun criterio reale di valutazione. Solo una giustificazione per tagli indiscrimainati alla ricerca e agli atenei. Un incertezza assoluta per il diritto allo studio e la gestione delle borse di studio. Non possiamo accettare le modifiche degli organi di governo accademici che da un lato vede l’entrata dei privati dall’altra un indebolimento della rappresentanza studentesca così come del corpo docente”.
Lascio gli studenti e i ricercatori al loro pranzo. Nel pomeriggio incontrano alle ore 16 e 30 gli operai della Vinyls. Due lotte che si trovano e confrontano nel paese reale del precariato, della cassaintegrazione e dei diritti negati.