E’ morto Daniel Zamudio, il ragazzo cileno massacrato e torturato dai neonazisti perché omosessuale. I quattro neonazisti saranno accusati di omicidio aggravato
Cile. E’ morto Daniel Zamudio, il ragazzo cileno massacrato e torturato dai neonazisti perché omosessuale. Il suo stato di salute è andato via via peggiorando, nonostante la ventilazione meccanica, a causa di un arresto respiratorio causato dal test di apnea che gli è stato praticato dai suoi aguzzini. I quattro neonazisti saranno accusati di omicidio aggravato, con pene di carcere che potranno raggiungere i 40 anni.
“Daniel è una vittima dell’omofobia, dell’odio che alcuni hanno per chi ha un’orientamento sessuale diverso, e per noi è un martire civile”, ha dichiarato Jaime Parada, portavoce del movimento di liberazione omosessuale. “L’unica sua colpa è stata di essere nato come è nato”.
Daniel era in coma presso l’ospedale Posta Central a Santiago da circa un mese e la famiglia come i medici avevano ormai perso le speranze. Le testimonianze delle ore di tortura sono terribili: dopo avergli strappato parte dell’orecchio, gli hanno marchiato il corpo con pezzi di vetro disegnando simboli neonazisti, dopodiché gli hanno lasciato cadere sopra lo stomaco e sopra le gambe delle pietre fino a quando una delle due gambe non si è definitivamente rotta.
La polizia ha già fermato tre sospettati, scrive il giornale peruviano El Comercio, e sono Alejandro Axel Angulo Tapia (26 anni), Raúl Alfonso López Fuentes (25 anni), Patricio Iván Ahumada Garay (25 anni), e Fabián Alexis Mora Mora (19 anni).
Fonte frontierenews
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