Un pessimo servizio de Le Iene – forse realizzato su commissione o su interessata segnalazione – ha scatenato una forte ondata di omofobia in Italia e perfino il congelamento dell’UNAR, l’Ufficio Anti-Discriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio.
L’inviato della trasmissione di Italia 1, Filippo Roma, detto “il Moralizzatore” e più volte condannato per diffamazione, ha montato ad arte immagini pruriginose forti e interviste a persone anonime, condendole con allusioni, illazioni e vere e proprie accuse.
Il fatto: ANDDOS, Associazione Nazionale contro le Discriminazioni da Orientamento Sessuale, partecipa al bando dell’UNAR con un progetto in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, per l’organizzazione e il potenziamento di alcuni centri antiviolenza. Ad ANDOSS, come avviene per ARCI, ACLI, Endas, Uisp, Aics, Acsi, etc. possono affiliarsi gruppi di persone che hanno un progetto politico, culturale o ricreativo, e creare un circolo: dal collettivo pacifista al ristorante, passando per bar, saune e palestre. I circoli sono realtà private, gestite da un direttivo eletto dall’assemblea del circolo stesso, con un proprio statuto, un proprio bilancio e, soprattutto, la totale autonomia decisionale. Il servizio de Le Iene, in evidente malafede, ha mostrato una serie di immagini girate all’interno di una sauna – in cui ovviamente le persone giravano nude o con un asciugamano e dove, liberamente e tra adulti consenzienti, alcuni avevano rapporti sessuali – facendo intendere che quel circolo fosse il destinatario dei 55.000 euro dell’UNAR. Esplicativo il titolo “Orge omosex con i soldi di Palazzo Chigi”. Una falsità inaccettabile, ma utile allo scopo di Filippo Roma di screditare tanto l’UNAR quanto ANDDOS.
Per fare un esempio: sarebbe come se l’ARCI nazionale ottenesse un finanziamento per un progetto di pace in Palestina e le Iene mostrassero un circolo di cacciatori di una qualsiasi cittadina italiana, affiliato ARCI, con la dicitura “Con i soldi per la pace si comprano le armi”.
Inaccettabile, parimenti, il violento outing (svelamento pubblico dell’orientamento sessuale compiuto da terzi) del direttore dell’UNAR, Francesco Spano, con tanto di modulo di iscrizione all’associazione sventolato mentre continuano ad andare in onda le immagini di sesso all’interno del circolo. Un falso scoop, tutto giocato sull’omofobia e la sessuofobia e, contemporaneamente, sul voyeurismo morboso che spesso caratterizza i media italiani, riportato poi senza alcuna verifica e con medesimo tono scandalizzato e indignato da tutta la stampa italiana. A tutto questo ha fatto da sponda l’omofobia interiorizzata e la timidezza civica del nostro Governo, provocando il congelamento dell’UNAR e le dimissioni del suo direttore Francesco Spano.
Da tempo Le Iene spacciano per giornalismo d’assalto i loro servizi scandalistici: da Stamina alle droghe, ai club per scambisti, passando per il vergognoso parallelismo tra transessualità e prostituzione, ma solo in questo caso nessuno, dall’Ordine dei Giornalisti alla politica, si è posto il problema di una verifica puntuale della notizia e del suo malizioso confezionamento.
Risulta inoltre degna di una morale antiquata la condanna di luoghi di socializzazione e di sesso, gay o eterosessuali: in uno Stato liberale dovrebbe essere ancora valido che ciascuna persona possa esser libera di autodeterminarsi, esprimersi e divertirsi come meglio crede, senza ledere i diritti e la libertà di alcuno.
Auspichiamo ora l’immediata riattivazione dei progetti approvati dell’UNAR, tra i quali alcuni di enorme importanza sociale, per la prevenzione e il contrasto di tutte le discriminazioni e ogni forma di razzismo, che ancora oggi, in Italia, producono disagio, emarginazione e violenza.
Movimento Omosessuale Sardo e Associazione ARC