Il cardinale Carlo Caffarra scrive ai parroci e detta un decalogo per le prossime amministrative. I sacerdoti dovranno «rimanere completamente fuori dal dibattito politico pre-elettorale»
ALLA LARGA dalla politica. Il cardinale Carlo Caffarra scrive ai parroci e detta un decalogo per le prossime amministrative. I sacerdoti dovranno «rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico pre-elettorale», astenendosi «assolutamente dall’appoggiare qualsiasi partito o schieramento o candidato sindaco», lo impone la «natura stessa del nostro ministero». Il sostegno sarebbe «inammissibile». Proibito anche partecipare a manifestazioni, dare in uso locali o usare i bollettini parrocchiali per fare propaganda. Altro tasto delicatissimo: «Ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente scrive il cardinale , deve discernere nell’attuale situazione della nostra città quali beni umani fondamentali dovranno essere tutelati e promossi dalla futura amministrazione, e giudicare quale parte politica, per i programmi che dichiara e per il candidato che propone come sindaco, dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione». Beni come, aveva già chiarito Caffarra in una lettera analoga nel 2008, la promozione della famiglia fondata sul matrimonio, «evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla».
LA LETTERA è una consuetudine per l’arcivescovo, le «indicazioni obbligatorie» arrivano puntuali prima di ogni elezione. Eppure stavolta scoppia il caso. Perché con Virginio Merola nome unico del Pd e con l’outsider Benedetto Zacchiroli, corre alle primarie del centrosinistra Amelia Frascaroli, molto vicina ai Prodi e spinta a candidarsi da Sandra Zampa, portavoce del Professore, quand’era ancora in pista il campione piddì Maurizio Cevenini. Amelia, «cattolica adulta» sostenuta da Nichi Vendola e con il vento in poppa nei sondaggi, non gode di grande simpatia in Curia ma è invece stimatissima da don Giovanni Nicolini. L’ha conosciuto nel ’98, ha lavorato gomito a gomito con lui quand’era direttore della Caritas. Il parroco dossettiano l’ha lodata sui giornali. Non solo. E’ anche andato a casa sua, per uno dei tè elettorali che Frascaroli s’è inventata con un certo successo. «Sono d’accordo con il cardinale non trova però contraddizione don Giovanni . Stimo molto Amelia come persona ma non farò propaganda per lei, non distribuirò certo volantini. Non so dire se la vedrei bene come sindaco». Però subito dopo aggiunge: «So che tanti non sono d’accordo con questo principio ma io vedo un sindaco meno come esperto, più come persona di comunione e dialogo. Se mi sento rimproverato da Caffarra? Non ho motivo di pensare che l’arcivescovo non veda bene la mia conoscenza con Amelia».
UN RISULTATO politico don Giovanni l’ha comunque raggiunto. Quel pomeriggio al tè da Amelia ha mezzo tramortito il Pd raccontando un incontro con il leader provinciale e uscendosene con una dichiarazione così: «Sono andato dal segretario del partito e ho capito che era una bugia il discorso delle primarie». Frascaroli, signora dall’aria tranquilla che agita molto i democratici e fa dichiarazioni infiammate, s’è già procurata la scomunica delle Acli anche per il sì alle nozze gay. «Le faremo guerra nelle parrocchie», l’avvisò il presidente Francesco Murru. «Ma io non sento un clima di guerra», è disarmante lei. Giusto: statistiche dei dibattiti alla mano, si dimostra che le primarie più che altro annoiano.
Da il Giorno