Bindi contestata dai gay: «Rimpiangerete anche le unioni civili»

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Di Massimo Mele il 20 Luglio 2012. Nessun commento

Presuntuosa e in parte omofoba, Rosy Bindi dimostra tutta l’ignoranza della politica sulla nostra carta Costituzionale. I matrimoni gay? “La Costituzione li vieta”. Forse non ha letto la sentenza della corte costituzionale sul tema nè ha letto l’articolo 29 nella sua naturalità e non nella rilettura vaticana. Più che per le posizioni politiche, è per le posizioni personali che il PD si allontana sempre di più dalla sua base. Basterebbe forse che tutti coloro che hanno segnato la vita del PD e dell’Italia negli ultimi 20 anni andassero a casa o, finalmente, a lavorare. Ma il discorso, purtroppo, sembra valere solo per Berlusconi, non per D’Alema, Bindi, Veltroni, Bersani e tutto il carrozzone politico di cui ci vorremmo liberare. Per favore, liberateci dalla vostra presenza!

Roma – Scintille tra Rosy Bindi e una parte del pubblico della festa dell’Unità a Roma, mercoledì sera a Caracalla. La presidente del Pd, intervistata sul palco dal giornalista della Stampa Federico Geremicca, è stata contestata da un gruppo di attivisti pro-gay. La Bindi ha difeso il documento sui diritti approvato dalla direzione del Pd, affermando che esso prevede le «unioni civili, anche omosessuali» da regolare «nel rispetto della Costituzione».

«Non è vero!», l’hanno interrotta dalla platea. La Bindi cerca di replicare, ma le contestazioni sono cresciute di tono. Alla fine sbotta: «Avete intenzione di continuare così? Questi atteggiamenti non aiutano, non fanno fare un passo avanti alle minoranze del paese, che con il Pd hanno la possibilità di veder riconosciuti i loro diritti». «Ma quali minoranze!» si lamentano dal pubblico. «Sì, minoranze», ribadisce lei.

La contestazione va avanti, e la parlamentare fa fatica a rimarcare la sua posizione ma non demorde: «Se qualcuno pensa che ai cattolici di questo partito debba essere riservata solo la libertà di coscienza se lo scorda! È chiaro o no?», esclama.

E ancora: «Che venga meno il rispetto verso chi ci ha messo la faccia quando mi è stata scatenata una piazza contro non lo accetto», prosegue ricordando il suo sì ai Dico e la guerra che per questo le fece il centrodestra. «E non accetto che ora si dia un interpretazione minimale del passo avanti che abbiamo fatto insieme», aggiunge sempre a difesa del documento del Pd.

I contestatori non si arrendono, ma nemmeno la Bindi si lascia sopraffare: «Io ho bisogno di voi, ma se voi non sentite il bisogno di me siete voi che ve ne dovete andare!».

Al termine dell’incontro i contestatori hanno tolto dal loro stand un cartello con la scritta “Di.Co No a Rosy Bindi” e lo hanno regalato al Presidente come prova del chiarimento avvenuto.

Fonte articolo ilvostro.it, ilsecoloXIX.it. Video corriere.it

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