Biddajas, a sas lesbicas de biddha. E’ questo il nome scelto da Moju Manuli per la mostra di immagini e fumetti che inaugurerà Venerdì 9 Dicembre alle ore 18:00 al CCS Borderline.
Immagini singole di donne in costume sardo, nella classica posa maschile, che inneggiano alla lotta lesbica per l’identità ed il diritto a vivere sulla propria terra. “Semus istracas de emigrare po sa lesbofobia (siamo stanche di emigrare per la lesbofobia)” leggiamo su uno dei disegni. Moju è in effetti una ex emigrata sarda, lesbica femminista, che ha deciso di ritornare sulla propria terra e avviare un progetto, insieme ad alcune compagne anche loro “ex emigrate”. L’idea è quella di creare le condizioni affinchè tutte le lesbiche sarde, costrette ad emigrare per poter vivere liberamente la loro sessualità, possano ritornare in patria. Magari per vivere in una grande comunità lesbica in un paese della Sardegna. “Gherramus po torrare, torramus po gherrare (combattiamo per ritornare, ritorniamo per combattere)”, continua infatti il disegno di cui sopra.
“Vengo da un percorso lesbofemminista e penso che in mancanza di un immaginario che ci piaccia stia a noi doverlo costruire, inventare, impegnarci a colmare i non detti, sollevare le coltri che ci vorrebbero nascondere e cancellare. In questo momento il mio lavoro si sta muovendo soprattutto a partire dalla visibilità lesbica in Sardegna” ci dice Moju.
Il progetto è già avviato. Lei ed altre compagne sono ritornate in Sardegna, si sono trasferite insieme in un paese del centro e ora lavorano per creare relazioni, contatti ed attrarre altre lesbiche nella piccola comunità che stanno costruendo. Lo fanno anche con azioni, come l’affissione di manifesti murari in cui donne sarde in costume si baciano o si accarezzano teneramente
“Le immagini contribuiscono a creare e definire i nostri immaginari, spesso le subiamo sotto forma di pubblicità, ci attraversano e ci colpiscono, ci condizionano, ci parlano, interagiamo con esse…
Considero i muri uno spazio di parola, e sono convinta che la street art nelle sue varie forme possa essere uno degli strumenti validi per comunicare con l’ambiente circostante, per trasmettere, è un veicolo veloce e lo sento mio. Mi piace scegliere i muri e approcciarci assieme con le altre, con le compagne che di volta in volta mi accompagnano negli attacchinaggi, fra colla e adrenalina.
I miei lavori sono realizzati su grandi manifesti, disegnati a mano o stampati, e rappresentano frammenti di esistenza lesbica radicandoli nella tradizione sarda, rappresentata nei nostri abiti e costumi tradizionali, quasi a ricordare la presenza delle lesbiche, nella realtà quasi sempre invisibili, nel passato come nel presente. Mi piacerebbe queste opere fossero un pò come un incoraggiamento a venire fuori, a rammentarci e a rammentare che siamo sempre esistite e a reinventare la nostra storia taciuta, li penso come un piacere nel trovare attorno a noi un qualcosa che ci piaccia, in cui riconoscerci” continua Moju
Ma non solo immagini solitarie. Anche vere e proprie storie raccontate attraverso i fumetti, rigorosamente in sardo, che Moju disegna già da qualche tempo.
Per adesso il progetto di Moju e delle sue compagne procede senza grandi problemi. La risposta della popolazione è positiva, o perlomeno, migliore di come ci si sarebbe aspettati.
Venerdì 9 Dicembre, Moju sarà al CCS Borderline a presentare la mostra e il progetto Biddajas. Ma per chi non riuscirà ad essere presente il giorno, la mostra sarà comunque visibile dal lunedì al venerdì, sempre al CCS Borderline, in via Rockfeller 16/c a Sassari, dalle 18:00 alle 22:30. Info tel 079219024
Maggiori info sul sito di Moju Manuli