Non si arrestano le esternazioni infelici dell’ex premier Silvio Berlusconi riguardo ai gay. Questa volta durante un’intervista per “The Atlantic”, noto mensile americano, il nano afferma che “più omosessuali ci sono in giro, minore è la competizione”. Povere donne, speriamo non diventi mai gay.
MILANO – «L’unica cosa di cui non sono mai stato accusato? Di essere gay. Non ho nulla contro gli omosessuali, sia chiaro. Anzi, il contrario: più omosessuali ci sono in giro, minore è la competizione». Dopo le dimissioni da presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi aveva rilasciato brevi dichiarazioni in occasione di eventi e convegni ma non si era più concesso a interviste a tutto campo.
GLI ITALIANI SONO RICCHI – Adesso l’ex premier ha rotto il silenzio, con un lunghissimo faccia a faccia col prestigioso mensile americano The Atlantic, intitolato «Berlusconi in winter», “Berlusconi d’inverno.” L’estratto di cui sopra sarà quello che farà più discutere: non è la prima volta che il Cavaliere incorre in ambigue dichiarazioni sui gay (chi non si ricorda il «meglio guardare le ragazze?»). La «battuta» irrompe tra una domanda e l’altra mentre l’ex premier tocca diverse questioni. Innanzitutto, ritorna sull’origine del suo ingresso in politica, rispolverando il vecchio adagio del pericolo comunista: «Ci sono entrato, non perché la amassi, ma perchè ho dovuto. Avevo paura che i comunisti prendessero il potere nel nostro paese». Poi è l’ora dei bilanci. Auto-convinzione: «Nessuno politico è stato abile a muovere le masse come il sottoscritto». Amarezza: «Ho incontrato più ingrati e profittatori in politica che nella mia vita di imprenditore». E, fedele alla teoria dei «ristoranti pieni» nega anche ora la crisi. L’Europa ha esagerato: «Lo stato italiano sarà in debito, ma i cittadini, le famiglie e le imprese sono ricche».
COLPA MIA. E DEGLI ITALIANI – L’intervistatore gli rinfaccia di non essere riuscito a diventare il «Thatcher italiano»: niente rottura coi sindacati, niente riforma del mercato del lavoro, niente modernizzazione del paese « È colpa mia – ammette, ma fino a un certo punto Berlusconi -non sono stato capace di convincere il 51% degli italiani. È colpa degli italiani che hanno diviso il loro voto tra piccoli partiti. Siamo stati “castrati” da queste alleanze». È “castrati” è così, in italiano, nel testo. Ma il Cavaliere giura che non cercherà di ridiventare primo ministro. No, sosterrà Angelino Alfano: «Resterò nel partito e farò il padre nobile. Il padre fondatore. Organizzerò il sostegno di cui ha bisogno». Poi l’intervista entra più nel personale: «Sono felice con me stesso. Un terzo degli italiani mi ama alla follia. Se entro al ristorante, si alzano, applaudono e non pago mai il conto».
NULLA DI CUI FARMI PERDONARE- Durante l’intervista gli vengono ricordate le sue disavventure col gentil sesso: dal caso Letizia a Ruby Rubacuori, tutti gli scandali insomma che non avrebbero colpito solo lui, ma anche il popolo italiano – sottolinea l’intervistatore – «già demoralizzato per la crisi». L’ex premier non fa una piega: «Mi dispiace per gli italiani, ma io non ho nulla di cui farmi perdonare. Tutto ciò che ho fatto era assolutamente normale, assolutamente legittimo». Ribadendo così la sua linea di difesa: «Erano solo delle cene». Berlusconi ride e utilizza un gioco di parole: «Non sono un playboy, semmai un “playuomo”». Poi la battuta sugli omosessuali, mentre l’intervista condotta a Palazzo Grazioli volge al termine.
Fonte: Matteo Cruccu (Corriere.it)