Il circolo torinese stamani in procura contro il premier
Torino. «Ci appelliamo alla magistratura, e dopo di noi speriamo che lo facciano altre associazioni in tutta Italia – spiega il presidente Giovanni Caponetto – perché abbiamo percepito quelle parole come gravemente lesive della dignità e libertà di ogni persona. Ora, la dignità, un valore universale e un diritto fondamentale protetto dal diritto sovranazionale, è un limite invalicabile e nessuno dovrebbe permettersi di violarlo». La scelta di far ricorso ai ‘massimi principi´ nell´azione legale non è casuale. Il concetto di ‘dignità´ è infatti tutelato dalla Convenzione europea dei Diritti dell´Uomo e dalla Costituzione, anche se l´obiettivo è di far pronunciare la procura su uno specifico reato, la diffamazione, che il presidente del Consiglio potrebbe aver commesso oppure no nelle ore immediatamente successive al ‘caso Ruby´.
Sentenze recenti della Corte Costituzionale (l´ultima è dello scorso aprile) hanno poi fatto affacciare anche in Italia il riconoscimento del diritto all´identità sessuale già diffuso a livello europeo sotto la spinta dei movimenti gay. «C´è un limite a quanto può essere tollerato anche nel linguaggio della battaglia politica – dice Caponetto – Inoltre, quando quella frase è stata pronunciata, Berlusconi stava inaugurando una fiera e non certo intervenendo nel merito in una sede propria. Le sue parole sono tanto più gravi considerato il ruolo istituzionale che ricopre».
Difficile dire, mentre l´esposto è ancora in via di elaborazione, quali potrebbero essere gli effetti concreti. Ma, certo, si tratta di una nuova e inconsueta vicenda legale tra le molte che hanno coinvolto il capo del governo.
da la Repubblica di Torino 8 Novembre 2010