Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Felice Belloli, sollecitato a maggiori contributi a favore del settore, avrebbe risposto con un lapidario «Basta, non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche…»
A due giorni dalla giornata mondiale contro l’omofobia in Italia non ci facciamo mancare niente. Non bastavano le sentinelle in piedi che decidono di organizzare in varie piazze italiane le loro veglie vuote di contenuti ma piene di odio proprio nella giornata alla lotta contro l’omofobia. Ci si mette anche il Presidente della lega calcio dilettanti sig. Belloli, riuscendo persino ad indignare Tavecchio, suo predecessore ed oggi Presidente della Lega Calcio professionisti, il quale a battutacce razziste e sessiste dovrebbe essere abituato. Se Belloli aveva intenzione di tagliare i fondi al calcio femminile, avrebbe dovuto trovare altre scuse. Forse, per evitare le critiche ai tagli, in un paese omofobo come l’italia, ha pensato bene di utilizzare questo argomento credendo di farla franca. Tanto in Italia si può certamente offendere le persone omosessuali a piacimento fino a quando non ci sarà un impegno serio per tutelare le persone omosessuali con l’estensione della legge Mancino al reato di omofobia.
Sulla vicenda sono intervenute le associazioni cittadine noiDonne2005 e Movimento Omosessuale sardo che si uniscono all’associazione Atleste Assist nel chiedere le dimissioni di Belloli:
Un presidente della Lega Nazionale Dilettanti che afferma ”Basta, non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche…” fa capire molte cose. In primo luogo che uomini come Belloli sono omofobi, sessisti e maschilisti e, in secondo luogo, che simili battute alimentano una cultura discriminatoria e del pregiudizio, dannosa nei confronti delle sportive in generale e delle squadre di calcio femminile in particolare.
Le donne raggiungono livelli straordinari sia in ambito professionale che in ambito sportivo e proprio per rimanere in tema è impossibile non citare la Torres calcio femminile che con i suoi 7 scudetti e le 8 coppa Italia si conferma nella serie A dal 1990. Ma per uomo così sprezzante evidentemente certi risultati non contano.
Per questo le parole di Belloli suonano non solo offensive ma anche pericolose, poiché invitano gli sponsor a non investire nelle squadre che, seppure di eccellenza, “sono solo squadre femminili”.
Ecco perchè ci uniamo al coro delle sportive, degli sportivi e delle loro associazioni, che in queste ore chiedono le immediate dimissioni di Belloli e gli opportuni interventi da parte del presidente del CONI Giovanni Malagò e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi
noiDonne2005 – Movimento Omosessuale Sardo
73 Responses to “Basta soldi al calcio femminile: sono 4 lesbiche”. MOS e noiDonne2005: dimissioni!