Venerdì 27 Settembre alle 20:00 un appuntamento al CCS Borderline per parlare di omofobia: quella delle persecuzioni naziste, della “tolleranza repressiva”, dei trattamenti obbligatori, della violenza, dei suicidi . . . Ma anche di Pride, nuove famiglie, orgoglio e identità che si infrangono in un “diritto di opinione” che diventa, per la prima volta in Italia, il diritto alla libera discriminazione.
Spunto per la discussione sarà il Rosa Nudo, opera cinematografico di Giovanni Coda, regista cagliaritano, sulle persecuzioni naziste contro gli omosessuali. Il film si concentra su un episodio della vita di Pierre Seel, che ne segnerà tutta l’esistenza. Arrestato dai nazisti all’età di 17 anni con l’accusa di omosessualità, venne internato in vari campi di concentramento. Deportato nel campo di Schirmeck, torturato e violentato, fu costretto ad assistere impotente all’atroce morte del suo compagno. Alla liberazione non parlò con nessuno della sua drammatica esperienza, si sposò ed ebbe tre figli.
Nel 1982, indignato dai violenti attacchi contro i gay da parte del Vescovo di Strasburgo, decise di scrivere la sua autobiografia e di denunciare le atrocità subite.
Nel film vengono ricordate le testimonianze di altre vittime della persecuzione nazista contro gli omosessuali e gli esperimenti pseudo-scientifici ai quali molti di loro vennero sottoposti da parte del medico delle SS Carl Peter Vaernet
Un’opera cinematografica, ancorchè sperimentale, sull’omocausto diventa essa stessa vittima dell’omofobia, accusa Giovanni Coda che punta l’indici contro la Sardinia Film Commission che non avrebbe sostenuto il film nemmeno nella distribuzione.
Venerdì ne parleranno Giovanni Coda, regista di Il Rosa Nudo, Sonia Borsato, docente di Storia dell’Arte contemporanea e Salvatore Ligios docente di fotografia all’Accademia delle Belle Arti, Rosanna Castangia, vice presidente della Fondazione Sardinia Film Commission, Barbara Tetti, presidente MOS. Coordina Massimo Mele. A seguire la proiezione di Il Rosa Nudo
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