Ha suscitato grande clamore la storica decisione del tribunale dei minori di Parma, confermata dal Tribunale di Bologna, di dare in affidamento ad una coppia gay una bambina di tre anni. Affidamento naturale, avvenuto dopo un periodo di prova iniziato lo scorso Febbraio e seguito dal Centro per le famiglie del Comune, dal Polo socio-sanitario e dagli psicologi dell’Ausl, con il consenso della madre e del padre della bambina. Genitori che, al momento, non sono in condizione di esercitare la propria genitorialità, per cause diverse, e che hanno accolto molto positivamente la disponibilità della coppia, loro vicina di casa, di occuparsi per un periodo della bambina. Ed è stato proprio il benessere della bambina al centro della decisione del Tribunale minorile che, facendo seguito al parere positivo di assistenti sociali e psicologi, ha concesso l’affidamento alla coppia, richiamando, nel dispositivo, anche una recente sentenza della Cassazione, per la quale “Costituisce mero pregiudizio la convinzione che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale”.
Sembrerebbe l’esito naturale e positivo di una situazione di disagio e difficoltà familiare che, troppo spesso, hanno come conseguenza l’affidamento dei minori a strutture di accoglienza poiché, come ricorda la parlamentare Pia Locatelli “Le coppie eterosessuali sono spesso costrette a lunghissime attese per quanto riguarda le adozioni, ma difficilmente sono disponibili a un affido temporaneo, e quindi precario, per il timore di affezionarsi troppo a figli che non saranno mai loro”.
Secondo la legge, infatti, se per l’adozione è necessario che la coppia sia regolarmente sposata, per l’affidamento il criterio principale è il benessere del minore che può essere affidato a parenti, a persone singole e persino a comunità.
Positive le reazioni del Sindaco di Parma “per noi la cosa più importante è che la bambina in affido sia stata accolta in una famiglia che può dedicarsi a lei” così come dei cittadini, soprattutto di quelli che conoscono direttamente la coppia e la bambina “si è trattato della scelta migliore per la serenità della bambina”. Totalmente fuori luogo le dichiarazioni di esponenti politici cattolici e del centro destra, intrise di omofobia e pregiudizio. “L’ennesima mannaia calata sulla famiglia e i suoi valori” dicono i leghisti, mentre Giovanardi, ex sottosegretario del Governo Berlusconi con delega alla famiglia, è colpito dal “disprezzo che servizi sociali e magistrati minorili dimostrano verso il diritto di quel minore”. Per i deputati di Scelta Civica Gian Luigi Gigli e Mario Sberna “Evidentemente mancavano famiglie vere cui affidare la piccola”. Dichiarazioni scomposte e deliranti mirate unicamente ad attaccare i diritti delle persone omosessuali con l’utilizzo strumentale di un minore la cui felicità è sacrificata sull’altare dell’ideologia e dell’odio omofobico. Politici in gran parte responsabili della crisi della famiglia che non è certo rappresentata dall’esistenza delle famiglie gay e lesbiche, ma dalla totale assenza di un supporto da parte dello Stato. Nella Francia dei PACS e del matrimonio gay la natalità è la più alta d’Europa e le famiglie godono di ottima salute grazie ad uno Stato sociale assai generoso nei loro confronti. La difesa della famiglia viene da politiche sociali ed economiche di supporto alla maternità ed al mantenimento dei figli non dall’odio ideologico.
Ai politici sembra rispondere il vicario generale di Bologna, monsignor Giovanni Silvagni, che ha invitato a non fare “astratte dichiarazioni di principio sulla pelle di questa bambina. I giudici – ha detto – hanno il dovere e la responsabilità di tutelare il bene dei minori e di stabilire nel caso concreto qual è il miglior bene possibile. Anche nel caso della bambina si presume abbiano fatto questa valutazione, per quello che è nelle loro possibilità e nelle loro conoscenze”. Forse davvero qualcosa sta cambiando.
Movimento Omosessuale Sardo
Immagine tratta dal web
8 Responses to Affidamento bimba a coppia gay: un intervento del MOS