L’attrice si è spenta a Milano a 79 anni. Non è riuscita a superare la scomparsa del marito Raimondo Vianello. Insieme per cinquant’anni, nella vita e nella carriera. Gli inizi nel varietà con Macario, poi tanti successi in tv, fra Rai e Mediaset. Fino all’addio alle scene, nel 2008, a causa della malattia
LO aveva detto monsignor Faccendini, celebrando il funerale di Raimondo Vianello 1: “E’ innaturale pensarli separati”. Sandra Mondaini non ce l’ha fatta a superare un dolore che l’ha consumata 2. Non voleva più vivere senza Raimondo 3, neanche l’affetto di Raymond e Gianmarco, gli amatissimi figli adottivi, era riuscito a consolare Sandrina, l’altra metà di Raimondo: insieme per cinquant’anni. Un amore grande come quello di Giorgio Amendola e la moglie Germaine, scomparsa poche ore dopo il marito, stroncata dal dolore. Sandra se n’è andata cinque mesi dopo Raimondo. Malata da tempo, da dieci giorni era ricoverata al San Raffaele di Milano.
Sandra Mondaini non è stata l’ombra di Vianello, è stata tutta la vita al suo fianco, allegra, rumorosa, divertente; in genere, nelle coppie, uno è musone e l’altro ironico. In questo caso no, si erano davvero incontrati. Se telefonavi a casa loro e rispondeva lui, non risparmiava la battuta: “Vuole parlare con Sandra? Ah, meno male”. Lui doveva tornare a vedere la tv “perché – come spiegava lei – c’è sempre una partita da qualche parte, non immagina quante ne mandino in onda. Che barba”.
Si erano incontrati nel 1958, lei soubrette di Macario; nel 1962, davanti a una cotoletta, a cena insieme a Gino Bramieri, lui aveva fatto la più irrituale richiesta di matrimonio, al punto che lei era rimasta muta: “Non avevo capito se parlava seriamente: scherzava sempre”. Quella volta il giovanotto ironico, che sembrava un lord inglese e aveva appeso al muro la laurea in Giurisprudenza per fare il comico, aveva fatto sul serio. “Sono stata gelosa, certo – spiegava lei – ce n’erano tante più belle di me, ma alla fine eccoci qua. Oggi dove vuole che vada?”. Già.
Sandrina, come l’ha chiamata per una vita il marito, era nata a Milano nel 1931; il padre Giacinto era pittore e umorista del Bertoldo; lei si dispiaceva un po’ di aver lasciato gli studi, nei battibecchi – affettuosi – Raimondo le consigliava prudenza, di non “arrampicarsi in discorsi che poi non si sapeva dove sarebbero andati a finire”. Lei faceva finta di offendersi e potevano andare avanti così, senza un copione scritto, battute su battute. Piccola, graziosa, nel 1955 entra nella compagnia di rivista di Erminio Macario come soubrette. Ha un successo personale perché è diversa dalle donne dell’epoca: non è una vamp, ha la battuta pronta, conquista il pubblico con una vena comica irresistibile. Conosce Raimondo Vianello nel 1958 e lavorano subito insieme a teatro.
Il primo grande successo televisivo arriva con Canzonissima 1961, in cui Paolo Poli e la Mondaini interpretano i “bambini terribili” Filiberto e Arabella. Nel 1963 l’umorista Marcello Marchesi, al suo esordio televisivo con Il signore di mezza età, la sceglie come interprete di Crudelia Delor, caricatura che si ispira a Crudelia Demon del disneyano La carica dei 101. Lo stesso anno compare al fianco di Raimondo Vianello, che aveva sposato un anno prima, nel varietà Il giocondo, nel cast c’è Abbe Lane, “la sora Abbe” come la chiamava Raimondo, che ironizzava su una possibile fuga con la vamp. “Non ho osato fare avance, c’era sempre il marito. Ah, se mi avesse detto che le cose non andavano bene”. Anche se glielo avesse detto, non avrebbe fatto niente, perché nella migliore tradizione della commedia all’italiana, lui sognava fughe romantiche ma era legatissimo a Sandrina. Trionfa con I tappabuchi, è la regina del varietà in spettacoli di rara eleganza: Tante scuse, Di nuovo tante scuse, Noi no: attrice, cantante, ballerina, spalla formidabile di Raimondo. In tv portano loro stessi: lui stremato perché lei non è mai pronta; strepitosi gli sketch sulla vita della coppia – che poi avrebbero sviluppato nella sit com Casa Vianello.
Nel 1978 sono i protagonisti del varietà abbinato alla Lotteria di Capodanno Io e la Befana; Sandra interpreta per la prima volta il clown Sbirulino conquistando il pubblico che ama di più: i bambini. “Mi dà gioia vederli ridere – raccontava sono legatissima a Sbirulino perché ha un cuore grande, è un personaggio allegro, poetico”. Stasera niente di nuovo, nell’81, è l’ultimo show del sabato sera che conducono per la Rai. Nel 1982 approdano alla Fininvest, con lo show Attenti a noi due. Tra quiz (Zig Zag e Il gioco dei 9), in onda su Canale 5, prestano la loro immagine per la campagna dell’Airc contro i tumori; Raimondo ersa stato operato a un rene, e si era ammalata anche Sandra. Lui scherzava anche sulla malattia: “Sono andato a un incontro con i giovani per spiegare che ho avuto il cancro, chissà come si sono divertiti”; lei era tenera, solidale con le donne: “Quando vi fate la doccia, controllate lavandovi che vada tutto bene, mi raccomando”. Raimondo alzava gli occhi al cielo ma il loro impegno, come ha sottolineato più volte il professor Umberto Veronesi, è stato fondamentale per raccogliere fondi per la ricerca.
Dal 1988 al 2007 Sandra e Raimondo fanno entrare milioni di italiani a Casa Vianello, il loro capolavoro, la sit-com più famosa della tv: inferno/paradiso domestico in cui lei gioca a fare la casalinga annoiata in cerca del brivido e lui il marito pantafolaio rapito da vicine vamp, ipnotizzato dal calcio. “Qualche volta continuiamo a litigare e non mi accorgo che hanno dato lo stop – raccontava Sandra divertita – Raimondo è tremendo”. Il suo urlo di ribellione “Che noia, che barba” nel lettone matrimoniale, quando scalcia le coperte e Raimondo gira impercettibilmente la testa mentre legge il giornale, è un capolavoro d’umorismo. Lei era gelosa, lui no; lui che, chissà, in fondo, era un sentimentale. Il 26 giugno 1996 la Mondaini (con Raimondo) viene insignita della medaglia di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana su iniziativa del presidente Scalfaro. Lei si commuove, Raimondo continua a sfotterla: “Ormai è diventata una fontana”.
Un cinismo irresistibile che lei sopportava stoicamente perché faceva parte del gioco. Anche quando nel 2008, alla serata finale del Festival di Sanremo la coppia riceve il Premio alla Creatività della Siae, riconoscimento alla loro lunga carriera. Sandra non sta bene, ma sale sul palco, Raimondo è al suo fianco; le danno un mazzo di fiori, lei è commossa ma comincia a starnutire e tossire. “Ma portatela fuori” scherza Raimondo per sdrammatizzare. Come alla conferenza stampa della fiction 4 che è il loro ultimo lavoro televisivo, Crociera Vianello. Lei è in carrozzina, molto provata, annuncia commossa che lascerà il mondo dello spettacolo, non sta bene. E’ affetta da vasculite, una malattia dei vasi sanguigni che le procura dolori lancinanti. “Per favore, lo scriva che non sto male per il cancro, perché il cancro si può curare. Ho questa malattia rara, ma non mi posso lamentare se penso a tanti giovani che soffrono. Io ho fatto la mia vita, ed è stata bellissima. Certo potrei andare avanti bene un altro po’ ma purtroppo per i miei disturbi non si conosce la cura”. “Io la conosco sì”, ironizzava Raimondo, con l’aria di chi non avrebbe mai svelato la ricetta miracolosa. “Naturalmente non me la vuoi dare”, rispondeva lei. Chissà se, ovunque siano adesso, i battibecchi continuano.
21 settembre 2010 da repubblica.it