Politici sputtanati: ironia, rabbia e un’inchiesta della magistratura

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Di Massimo Mele il 25 Settembre 2011. Nessun commento

Sono contrassegnate dall’ironia le reazioni dei politici chiamati in causa da Listaouting, il blog anonimo, con server all’estero, che ieri ha lanciato l’elenco dei 10 politici italiani omofobi e gay. Il più brillante, e veloce, è stato Massimo Corsaro, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera. Corsaro, tifoso della Juve, replica sarcastico a strteto giro di posta: “Temevo di essere finito in un elenco di interisti occulti”, richiamando l’ormai acerrima rivalita tra le due squadre.

Gasparri: “Banalmente eterosessuale”. Ironica anche la reazione di Maurizio Gasparri (per la verità chiacchiarato già all’epoca che coinvolse Marrazzo e le frequentazioni trans). Il presidente dei senatori del Pdl, comunque, osserva: “Per avvantaggiarmi del polically correct, dovrei avallare l’informazione. Invece sono un banale eterosessuale”.

Baccini: “C’è un Comitato di donne per me” . Mario Baccini, già ministro e esponente dell’Udc, trasmigrato a Rosa per l’Italia, la prende più sul serio, dicendo che gli ha telefonato perfino sua moglie per rassicurarsi. Ma poi sceglie anche lui la vena ironica: “Può testimoniare – scherza – un Comitato femminile per la tutela del maschio latino, che chiede di riconoscermi all’Unesco come maschio patrimonio dell’umanità”.

Formigoni: “Fantasie malate”. Se la prende Roberto Formigoni, governatore della Lombardia, già in passato al centro di molti gossip per il suo “voto di castità”. (fonte IlSalvagente.it)

Intanto la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta in relazione alla lista di esponenti politici indicati come omosessuali ma con posizioni omofobe. Il fascicolo, avviato contro ignoti, ipotizza la violazione dell’articolo 167 del Codice della privacy, quello attinente le inclinazioni sessuali. Gli accertamenti sono stati affidati dal procuratore aggiunto Nello Rossi di intesa con il pm Eugenio Albamonte agli investigatori della Polizia postale. Chi indaga sta valutando se richiedere una rogatoria al fine di identificare coloro che hanno diffuso attraverso un sito straniero la lista. (fonte rainews24)

Ivan Scalfarotto si dimette da Equality Italia
– “Non posso condividere la responsabilità di una scelta che mi pare scorretta e sbagliata e, anche per rispetto all`incarico che ricopro nel Partito democratico, ti chiedo di voler accettare con effetto immediato le mie irrevocabili dimissioni dal Comitato d`Onore di Equality Italia”. Con queste parole Ivan Scalfarotto, Vicepresidente del Partito Democratico, conclude la lettera, pubblicata sul suo profilo Facebook e sul suo sito www.ivanscalfarotto.it, indirizzata ad Aurelio Mancuso per comunicargli le dimissioni dal comitato d’onore della sua associazione, Equality Italia.

“Trovo questa una decisione molto grave, – scrive Scalfarotto parlando direttamente a Mancuso – che non condivido e che mi preoccupa molto. Si tratta di un modo di fare politica che trovo intrinsecamente violento, poiché combatte e colpisce le persone e non le loro idee. Da noi – spiega Scalfarotto dopo aver fatto riferimento al diverso approccio all’outing utilizzato in altri paesi, primi fra tutti quelli anglosassoni -, scoprire e denunciare l`omosessualità perfino di un Giovanardi o di un Gasparri, e indico i peggiori omofobi che mi vengano in mente, ci darebbe forse un`effimera soddisfazione, ma non toglierebbe nessuna carica né all`abiezione né, purtroppo, alla popolarità delle loro tesi. Siamo governati da una persona i cui discutibili comportamenti e i cui vizi privati sono stati resi pubblici (“outed”) in ogni modo e questo non impedisce a questa persona di sedere a Palazzo Chigi e di decidere dei destini del Paese nel momento di peggiore crisi che l`Italia ha conosciuto dal dopoguerra”.

“Il Vicepresidente dei democratici prende le distanze dal metodo proposto da Mancuso, convinto che “il prezzo sarà la distrazione di energie preziose, che servirebbero in questo momento come il pane. Energie che andrebbero rivolte ad educare sia gli italiani che il partito stesso in cui entrambi militiamo sulla necessità che alle persone GLBT sia riconosciuta – senza tentennamenti, prudenze e distinguo – la stessa dignità e lo stesso diritto a una piena cittadinanza. Uno sforzo probabilmente oscuro e faticoso, estraneo alla luce dei riflettori, ma quello che a mio avviso è richiesto oggi a una classe dirigente responsabile”.

Concludendo e rivolgendosi di nuovo a Mancuso, Scalfarotto scrive: “i metodi che intendi utilizzare sono diametralmente opposti a quelli che ho inteso perseguire e ho perseguito dal momento in cui ho cominciato a fare politica: fare dell`Italia un paese normale, aumentare il livello di civiltà del Paese, contribuire a transitare l`Italia a una democrazia matura come compete a una grande civiltà come la nostra”. (fonte TMNews)

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