I consiglieri comunali dell’UDC, nel disperato tentativo di trovare un minimo di visibilità, attaccno frontalmente l’approvazione del registro delle Unioni civili e, in una dimostrazione di estrema povertà culturale e profonda omofobia, si appellano al Vescovo. Ma Atzei ha già dato il suo parere e si è dimostrato molto più aperto e pronto ad accogliere quello che lui stesso definisce “atto dovuto”. I richiami alla difesa della famiglia fanno davvero sorridere, perchè il dramma delle famiglie non è certo il riconoscimento dell’esistenza di altre tipologfie di famiglie come quelle gay. Piuttosto è la crisi economica, la mancanza di servizi, la sanità carente. Tutti fattori che derivano dall’incapacità della nostra classe dirigente, di cui i consiglierti dell’UDC sono “degni” rappresentanti. Nella discussione in consiglio comunale hanno dimostrato di non conoscere affatto il “diritto di famiglia” e sono risultati totalmente ignoranti su quelle che sono le reali competenze dell’amministrazione comunale ripsetto a quel nucleo primario che, a parole, vorrebbero preservare da chissà quale sciagura. Cari consiglieri, invece di attaccare gay e lesbiche e chi, come la maggioranza dei consiglieri sassaresi cerca di migliorare le condizioni di vita di tutti e tutte, andate a studiare e impegnatevi anche voi, davvero, per migliorare le condizioni di questa città. Di razzisti, omofobi e sessisti ne abbiamo fin troppi, ora ci piacerebbe anche avere degli amministratori degni di questo nome. E voi, sicuramente non lo siete!.
Di seguito l’articolo de La Nuova Sardegna
«La firma del registro piuttosto che unire porterà solo divisioni»
SASSARI. La restituzione, in termini ideologici, del tributo dato da qualche partito o lista, che ha contribuito al successo elettorale. Sarebbe per questo, per i consiglieri comunali dell’Udc, che è stato costituito il registro delle unioni civili.
L’attacco dei consiglieri Marco Bisail, Ottaviano Canalis e Antonio Cossu arriva pochi giorni dopo la discussione e votazione del consiglio comunale. «Prima ancora di avanzare considerazioni sul piano etico e sociale in materia di «unioni civili» – spiegano i tre esponenti dell’Udc – cerchiamo di intendere le motivazioni che hanno spinto i proponenti a presentare questo argomento all’ordine del giorno seppure in posizione residuale, in un momento così difficile e delicato per le vicende economiche sociali e politiche che attraversano il Paese. Ci chiediamo – aggiungono – se questo sia il tempo più adatto per porre al centro del dibattito politico, sia pure a livello locale, argomenti che piuttosto che unire e far convergere risorse intellettuali e culturali verso la soluzione dei gravi problemi, rischiano di lacerare quel debole tessuto unitario che faticosamente le forze politiche più responsabili cercano di costruire». «La discussione sulle unioni civili – spiegano i tre consiglieri di minoranza – era arrivata ad avanzate formulazioni comuni ed intese tra i cattolici, appartenenti ai differenti schieramenti politici. Non capiamo il perché dell’emersione dell’argomento, nonostante a livello nazionale nessun singolo o gruppo parlamentare di maggioranza o di opposizione abbia sentito la necessità politica di sollevare tale questione. Riteniamo che l’attuale comune intesa dei cattolici sia orientata a salvaguardare, sul piano delle tutele, la famiglia che già esiste sotto forma di contributi erogati nelle diverse forme per il mantenimento dei figli. Bisail, Canalis e Cossu fanno infine appello al capo della chiesa turritana, monsignor Paolo Atzei, perché intervenga sulla vicenda.