C’eravamo lasciati sette mesi fa. Nella chiusa di un Tacchetto sulle sorelle Simpore ipotizzavo di riparlare, alla vigilia del Mondiale di Calcio femminile, dell’ennesimo fallimento dei piani alti dello sport che di fronte alla previsione di un evento privo dei favori del pubblico, avrebbero certamente deciso di gettare alla mercé della stampa il solito caso che riesce sempre a far ‘sparlare’ tutti. Ed eccoci qua.
Nel novembre del 2010, cavalcando l’onda dell’insucesso Semenya (l’atleta vincitrice della medaglia d’oro negli 800 ai Mondiali di Berlino, estromessa dalle competizioni in virtù di una mascolinità smentita dopo addirittura dodici mesi, un anno nel quale Caster non ha potuto partecipare ad alcuna competizione sportiva) diventavano noti al grande pubblico i nomi delle sorelle Simpore.
Finaliste della Coppa d’Africa, Salimata e Bilinguisa sono due giocatrici della Guinea Equatoriale accusate dalla nazionale nigeriana, sudafricana e ghanese di essere degli uomini. Le varie nazionali chiedevano alla Caf (Confederazione africana) giusto sette mesi fa di indagare sul caso prima che fosse troppo tardi, prima di arrivare al Mondiale in Germania, prima di bissare la pessima figura fatta, nel mondo dell’atletica, con Caster Semenya.
Quel ‘prima’ è stato ovviamente tralasciato. Si è quindi arrivati al ‘dopo’. E quel dopo è diventato ‘oggi’. ‘Domani’ (o meglio domenica), partiranno in Germania i Mondiali di Calcio femminile e se nel 2010 le ‘presunte donne’ potevano partecipare alla Coppa D’Africa femminile, oggi a seguito di una segnalazione alla FIFA del capitano del Ghana Firenze Okoe (che ha definito le Sempore degli ‘uomini’ dopo averle viste negli spogliatoi al termine di un match), le due giocatrici sono state allontanate dai campi di calcio.
Solo oggi. Il sospetto, la denuncia, l’indagine. Solo oggi. E se da un lato può infastidire l’idea che si sia arrivati al prevedibilissimo caso rigettato nelle mani della stampa alla vigilia dell’evento per permettere al mondo di occuparsene, dall’altro si può tirare un grandissimo sospiro di sollievo.
L’occhio maniacale e malato delle telecamere non indagherà sulle forme che stanno sotto alle magliette. Il pubblico non andrà allo stadio per vedere i transessuali. E tra un mese non ci sarà l’ennesimo titolo da ritirare per effettuare le solite, lunghe indagini sulla sessualità dei nuovi capri espiatori.
Amen.
Silvia TROVATO
Fonte: it.eurosport.yahoo.com