Non sono frasi ripetute per puro scopo vittimistico ma una vera e propria questione di sopravvivenza. A discapito di quello che dichiara il nostro governo, o meglio il Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, condannare l’omofobia costituirebbe un reato di opinione, l’omofobia uccide.
A ribadirlo è uno studio, pubblicato dal Journal Pediatrics, su ragazzi/e gay, lesbiche e bisessuali, dal titolo : Lesbian, gay and bisexual youth living in places that are not supportive are 20% more likely to commit suicide than LGB kids living in supportive environments (in italiano: “i giovani gay, lesbiche, bisessuali che vivono in ambienti omofobi hanno una probabilità maggiore del 20% di commettere suicidio rispetto a giovani LGB che vivono in contesti friendly”). La ricerca, portata avanti dal professore Mark Hatzenbuehler della Columbia University, riguarda lo studio di zone dell’Oregon attraverso la misurazione di cinque parametri: la presenza di forme associative etero-gay, di politiche anti bullismo, di politiche contro la discriminazione nelle scuole, della percentuale di coppie dello stesso sesso e dell’orientamento politico prevalente.
Lo studio è una sorta di sfida al mito che vorrebbe il rischio di suicidio direttamente connesso all’essere gay, afferma Hatzenbuehler e aggiunge “dalla ricerca si evince come l’ambiente giochi un ruolo fondamentale. Se vogliamo ridurre i tentativi di suicidio dobbiamo prendere coscienza che è proprio sull’ambiente che ci circonda che bisogna lavorare”. Un ulteriore punto della ricerca evidenzia come nelle zone dove è fornito un adeguato supporto per persone LGBTQ si registra un calo anche sul tasso di suicidi tra adolescenti eterosessuali.
fonte: CNN health