Il giornale locale del suo paese di nascita lo descrive come il leader anglicano più controverso dopo Enrico VIII. Non a caso uno dei suoi slogan preferiti è: “Guns don’t kill people, religions do”, tradotto in italiano, “Non sono le pistole ad uccidere, ma le religioni”.
Sono queste le parole schiette che circa 300 persone hanno potuto ascoltare, mercoledì 6 Aprile alla Sage Chapel, dal Vescovo della Diocesi Episcopale del New Hempshire negli Stati Uniti Gene Robinson, dichiarando che: “Penso che il 95% della sofferenza che la comunità LGBTQ sperimenta è essenzialmente causata da persone religiose ”.
Durante il seminario dal titolo “Come la Religione sta Uccidendo la Gioventù più Vulnerabile” il vescovo ha coinvolto il pubblico tra risate e applausi, discutendo su come la società sia arrivata a questo tema, sostenendo che nella bibbia in realtà, non si sa veramente cosa Dio pensi dell’omosessualità, ed infine aggiunge che non basta semplicemente essere “tolleranti” nei riguardi di persone gay, lesbiche, bisessuali o transgender. Anni fa, non si sapeva molto di omosessualità a livello mediatico, ma ora molte persone fanno il coming out.
“Le famiglie si sono ritrovate nel caos” sostiene il vescovo. “Il mondo è anche cambiato perché molte persone hanno avuto il coraggio di fare il coming out e tutti dobbiamo averci a che fare, la chiesa compresa.” Ciò che pare chiaro sulla condanna dell’omosessualità nella Bibbia, in realtà non lo è affatto, ha ribadito. E’ quindi necessario considerare il contesto storico della Bibbia. I rapporti tra persone dello stesso sesso esistevano già anche in periodi antichi, ma l’omosessualità no, afferma Robinson.
La parola omosessuale è usata nella Bibbia a causa di traduzioni fatte in seguito, influenzate, quindi, da vari momenti culturali e dalle persone che riscrivevano la storia. L’omosessualità in quanto nozione come la conosciamo oggi risale a 140 anni fa, quindi, le sacre scritture non possono parlare di omosessualità. “La Bibbia non parla di omosessuali” dice. “Sembrerebbe chiaro quello che Dio pensa dell’omosessualità, quando invece questo tema non è assolutamente toccato”.
I Testamenti sono stati utilizzati in passato, a difesa della schiavitù e della subordinazione della donna. Ora vengono erroneamente utilizzate come prova dell’abominio dell’omosessualità. “Quando arriveremo al punto in cui i bianchi capiscono il prezzo che stanno pagando per il razzismo, o che gli uomini realizzino il prezzo che pagano per il sessismo, o gli eterosessuali comprendano li prezzo che pagheranno per l’esclusione delle persone GLBTQ, allora” dice Robinson “arriveremo ad un punto di incontro.”
Vicky Gene Robinson è uno dei primi esponenti di una diocesi cristiana ad aver fatto il coming out ed essere stato ordinato vescovo.
Ha dedicato la maggior parte della sua vita per i diritti della comunità GLBTQ, per la lotta alla piena equiparazione dei diritti e doveri attribuiti alle coppie eterosessuali con quelle omosessuali. Egli stesso è sposato col compagno Mark Andrew (foto), col quale vive insieme da 12 anni.
Una vita insolita la sua. Nascita turbolenta con alcune anomalie fisiche nel feto, sembrava che la sua vita dovesse finire precocemente. Invece, nello stupore degli stessi genitori, Vicky Gene Robinson c’è l’ha fatta. Risulta singolare il suo nome, infatti, la madre, volendo una figlia femmina, ha voluto dargli come primo nome Vicky e poi Gene, da Imogene, none della madre stessa.
Nel corso degli anni del suo sviluppo, Gene si è imbattuto nella scoperta della sua omosessualità, diventata poi tratto distintivo e di orgoglio, sposandosi pienamente con il suo forte credo religioso. Il suo coming out pubblico è diventato una pietra miliare nell’apertura di una parte della chiesa cristiana nei confronti delle persone GLBT, ricevendo sentite ovazioni al suo intervento alla conferenza del Movimento Gay e Lesbico Cristiano.