Difficile ipotizzare come la Disney riuscirà ad infilare delle storie gay palesi neri suoi cartoni animati. Eppure Andreas Deja l’animatore del Re Leone non esclude, e anzi, auspica che i modelli proposti nell’animazione per i bambini cambino nel prossimo futuro.
Si tratta di passare un diverso modello educativo. E certo la Walt Disney, con i suoi cartoni animati, ha educato generazioni di ragazzi. Quell’amore assolutamente platonico ed innocente per i bambini e, per i genitori – negli ultimi film, da qualche tempo a questa parte – battute allusive che i figli non capiscono, e che garantiscono alla casa madre anche quel segmento di pubblico. Tutto prevedibile, tutto strutturato secondo un certo copione. Vincono i buoni. Sostiene Giornalettismo.com
Eppure su PinkNews Deja sostiene: “Ci sarà mai una famiglia con due padri o due madri? Sarà il tempo a dirlo. Penso che non appena troveranno la storia giusta per inserirli, lo faranno. Ma, sostiene sempre Deja, che è apertamente gay, deve essere una storia che ben si adatta alla situazione, la Disney rimane comunque un prodotto per bamabini”.
Effettivamente, analizzando le storie più famose della Disney, da Paperino e Topolino, dove non esistono padri e madri ma solo zii e zie single che allevano i nipoti o Biancaneve e la sua matrigna, o l’orfano bambi o Aladino che cresce solo sulla strada, nelle varie storie c’è già una vasta rappresentanza di famiglie non convenzionali. Chi ha mai chiesto dove sono i genitori di Qui, Quo e Qua? Eppure abitano con lo zio, un uomo single. Il salto tra la famiglia monoparentale e la coppia gay non è poi così lungo e, secondo certi punti di vista, potrebbe anche non essere un salto in avanti ma una sorta di normalizzazione dell’idea di famiglia. Non una matrigna, uno zio o la strada ma il vero genitore e il suo o la sua compagna.
Che la Disney partecipi ai gaypride non è un mistero, nè che molti dei suoi dipendenti vivano apertamente la loro omosessualità. La Pixar video, società del gruppo Disney, lo scorso anno ha inaugurato il progetto “It gets Better” con le testimonianze dei suoi dipendenti gay e lesbiche per offrire nuove speranze ai giovani.
Speriamo comunque di non dover vedere in futuro la storia di “Azzurromare e il principe fuxia” magari con tanto di paillettes ..