Molestie sessuali in caserma. Soldatessa denuncia ufficiali tra cui una donna

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Di Massimo Mele il 8 Marzo 2011. Nessun commento

La donna nata in Sicilia ma di fede musulmana: “Costretta anche a seguire messa”. Denunciati tre superiori, tra questi anche una donna

ROMA. Molestie sessuali da parte di tre superiori, compresa una donna: le ha denunciate all’autorità giudiziaria ordinaria e militare una giovane soldatessa siciliana, figlia di extracomunitari e di religione musulmana, che sarebbe stata anche oltraggiata nel suo sentimento religioso, con l’obbligo a partecipare a funzioni religiose cattoliche.

La notizia della denuncia, resa nota dal sito del comparto Sicurezza e Difesa Grnet.it, è stata confermata all’Ansa dal legale della giovane militare, l’avvocato Giorgio Carta, che ha detto di aver presentato le denunce alla procura di Catania (la provincia dove la ventiquattrenne risiede con i genitori) e a quella militare di Napoli, territorialmente competente. L’Esercito, si legge in una nota diffusa in serata, «intende garantire la massima trasparenza sui fatti e fornire la massima collaborazione alla magistratura inquirente e conferma la propria linea di “tolleranza zero” verso ogni tipo di molestia o abuso nei confronti del personale. In tale quadro – assicura lo Stato maggiore – saranno condotte indagini tecnico-amministrative con assoluta tempestività e rigore».

I fatti si sarebbero verificati in parte in Sicilia, dove presta servizio la soldatessa, e in parte in Kosovo, dove era in missione circa due anni fa. La volontaria, in ferma quadriennale, ha denunciato tre superiori – un maresciallo, comandante della sua squadra, una tenente e un capitano – che l’avrebbero fatta oggetto nel tempo di «numerosi atti di molestia sessuale». Tra i superiori denunciati, dunque, anche un tenente donna che nel corso della missione in Kosovo, risalente a circa due anni fa, avrebbe preteso di coinvolgere la soldatessa in un rapporto sessuale di gruppo con due militari stranieri e che l’avrebbe poi mobbizzata per vendicarsi del rifiuto ricevuto. Ma non solo. La giovane caporale, musulmana, ha denunciato anche di essere stata «comandata» a partecipare alle funzioni religiose cattoliche, per esempio in qualità di corista delle cerimonie natalizie, sempre per una sorta di ritorsione.

Oggetto della denuncia anche il comportamento dei superiori dei tre comandanti che non avrebbero creduto alla soldatessa, invitandola anzi a «lasciar perdere». Circostanza che viene però smentita dallo Stato maggiore dell’Esercito, visto che i fatti denunciati sono stati oggetto di una notizia di reato inviata il 28 gennaio scorso alla magistratura dal comandante del reparto dove la volontaria presta servizio, il 62/o reggimento fanteria “Sicilia”. La soldatessa – che è stata sentita dalla linea di comando e domani sarà ascoltata presso il Comando delle Forze operative terrestri, il gradino più alto, prima del capo di Stato maggiore – si sarebbe convinta a denunciare tutto alla magistratura «solo dopo che è stata ignorata anche la sua semplice richiesta di essere impiegata in una caserma diversa da quella dei tre molestatori». Ma anche in seguito – secondo quanto si è appreso – alle note caratteristiche negative scritte dai suoi superiori, “note” da cui dipende la permanenza nell’Esercito della giovane precaria.

L’avvocato Carta sottolinea che quello della ventiquattrenne siciliana «non è un caso isolato. È almeno il terzo caso che mi viene sottoposto da una donna militare – dice – e dispiace constatare che, negli altri due episodi, la vittima delle molestie si sia convinta a non denunciare gli abusi proprio per timore di non poter stabilizzare il proprio rapporto di lavoro». Peraltro nello stesso esposto presentato dalla soldatessa, questa farebbe riferimento a «molestie sessuali subite da una sua collega, che però – rileva Carta – non ha avuto il coraggio di denunciarle».

Fonet: Corriere della Sera

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