Anche Valledoria si affida ai carabinieri per parlare di bullismo. Sassari ha fatto scuola ma, la sua fallimentare esperienza, non ha impedito ad altri paesi di seguirne l’esempio. Dopo anni di interventi nelle scuole su bullismo e legalità, gestiti interamente dalla Questura, e l’esplosione di violenza registrata in città, con bande di ragazzi che terrorizzano tutti nel centro storico, ora è la volta di Valledoria. Quale mente contorta può davvero credere che il bullismo si possa sconfiggere con il terrore delle divise e delle armi? Davvero pensiamo che i bulli siano criminali e non piuttosto il frutto di questa società e, molto spesso, dell’ignoranza dei loro genitori? Perchè la polizia nelle scuole e non piuttosto nelle case ad insegnare la legge ai padri e alle madri che sono i primi a discriminare? Di seguito l’articolo della Nuova Sardegna che riporta la notizia
VALLEDORIA. Per rispondere ai bisogni formativi che rientrano nelle strategie educativo-didattiche, l’Istituto comprensivo ha progettato una serie di incontri. Nei locali della scuola secondaria si è svolto un incontro di prevenzione-informazione sul “bullismo”, che ha interessato gli studenti delle medie di Valledoria e Santa Maria Coghinas. Sotto l’egida della dirigente scolastica Francesca Cirotto, è stato il capitano dei carabinieri di Valledoria, Antonio Pinna, a vestire la maglia di relatore d’eccezione. Hanno partecipato all’evento gli insegnanti e i rappresentanti dei genitori.
L’argomento, molto sentito dai ragazzi, è stato presentato in modo chiaro dal comandante della compagnia di, sempre attento e disponibile a prestare la sua collaborazione per scopi educativi, nonchè ottimo conoscitore delle dinamiche sociali del territorio. I ragazzi hanno avuto l’opportunità di riflettere per evitare di diventare artefici di comportamenti discriminatori e prevaricatori. Qualche insegnante ha chiesto che si precisassero rischi e pericoli per i ragazzi e così è stata sfatata l’idea che essendo minorenni si goda di immunità per i reati commessi. Il capitano Pinna ha detto chiaramente che si rischia il carcere minorile.
La dirigente scolastica ha sottolineato che gli insegnanti e tutta la comunità è vicina ai ragazzi, affinché crescano nel rispetto della civile convivenza e maturino assumendosi sempre le loro responsabilità. Nel percorso formativo con genitori e alunni sono previsti altri incontri scuola-famiglia.
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