Il capogruppo dello Scudocrociato all’Assemblea regionale firma la proposta di legge che riconosce le coppie di fatto istituendo in Sicilia un registro delle unioni civili. Ma il segretario regionale del suo partito si oppone. E insorgono i giovani del Pdl. Lombardo è contrario al ddl, “per la mia formazione cristiana”, dice
PALERMO. All’Assemblea regionale approda il disegno di legge che riconosce le coppie di fatto istituendo in Sicilia un registro delle unioni civili. Ed è subito tempesta per i partiti cattolici.
Sì, perché la proposta, presentata dal deputato del Pd Pino Apprendi è stata sottoscritta dal capogruppo dell’Mpa Francesco Musotto, da Alessandro Aricò (Futuro e libertà) e Alberto Campagna (Pdl) ma anche da Giulia Adamo capogruppo dell’Udc. La scelta della parlamentare trapanese ha mandato su tutte le furie il coordinatore regionale dello Scudocrociato Giampiero D’Alia che si è affrettato a puntualizzare: “L’onorevole Giulia Adamo ha firmato il ddl per il riconoscimento delle unioni civili a titolo del tutto personale. Le posizioni dell’Udc su questo tema sono note e non ricalcano in alcun modo quelle espresse all’interno del disegno di legge”.
Ma secondo la Adamo, che sull’argomento riunirà il gruppo dello Scudocrociato all’Ars, le cose stanno diversamente: “Ho aderito all’Udc – dice – per l’apertura fatta da Casini al mondo laico con l’obiettivo di mettere insieme i valori laici con quelli cattolici. E poi sui temi etici il ‘Nuovo polò lascia piena libertà di coscienza”. L’Udc, ha proseguito la Adamo, “ha avuto la forza di voltare pagina, lasciando andare via esponenti politici che avevano valori non condivisibili e che ponevano al centro delle questioni il clientelismo”.
Tra coloro che sono andati via c’è Saverio Romano, ex segretario regionale dell’Udc oggi leader del Pid, che attacca: “Solo un elevato grado alcolemico – che non si giustifica comunque con le prime ore del mattino – può in parte spiegare uno sproloquio dell’onorevole Giulia Adamo che scambia le formazioni civili sostenute dal Pd con le famiglie e si pone come paladina dei valori laicisti che avrebbero incarnato il nuovo corso dell’Udc lontano ormai dalle pratiche clientelari del passato”. Romano si augura che intervenga il leader nazionale dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
Raffaele Lombardo si chiama fiori: “Personalmente sono contrario alle unioni di fatto per la mia cultura e per la mia formazione cristiana, ma se c’è una fattispecie alla quale si applica ai partiti la libertà di coscienza è questa”.
E scende in campo anche Giovane Italia, la linea verde del Popolo della libertà che s’è già schierata contro le rivendicazioni delle associazioni omosessuali sul matrimonio gay e che non si è fatta sfuggire l’occasione di attaccare gli ex alleati. “Riteniamo estremamente pericolosa – dice il presidente regionale Mauro La Mantia – l’introduzione di leggi sia regionali che nazionali volte all’equiparazione tra famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna e unioni tra omosessuali. Se non stupisce la firma degli esponenti di Futuro e libertà, ormai forza politica di centrosinistra, ci lascia sbigottiti il sostengo di alcuni parlamentari dell’Udc di Casini, un partito che sulla carta si ispira alla dottrina sociale della Chiesa. Prendiamo atto che la maggioranza guidata da Raffaele Lombardo invece di risolvere i reali problemi della Sicilia si occupa di scrivere leggi per compiacere unicamente l’Arcigay”.
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