Questa volta è “Il Riformista” a dedicare una particolare attenzione all’Arcigay ed al suo presidente nazionale Paolo Patanè. Come si ricorderà nei giorni scorsi se ne sono occupati il quotidiano di economia “Italia Oggi” e “Il Giornale”. Ieri infatti Il Riformista ha pubblicato un articolo dove si cerca di fare il punto sugli ultimi avvenimenti che hanno infuocato negli ultimi giorni la polemica interna dell’associazione Lgbtq. Viene dapprima affrontata la registrazione di una telefonata del Presidente Patanè e finita in rete, oggetto di una disputa perchè alcuni vi intravedono una sorta di ‘compravendita’ di voti per acquisire delegati a lui favorevoli e da cui ottenere i voti per la carica di presidente nazionale appunto. Carica che poi conquisterà ma non con i voti dei delegati romani che invece voteranno per una mozione avversa alla sua.
Nell’articolo prende particolare spazio lo sdegno di Vladimir Luxuria, coinvolta suo malgrado insieme ad altri nomi eccellenti del mondo Lgbt, che intervistata dice: “mi ha lasciato stupita, non immaginavo che potessi essere tirata in ballo così”.
Nella seconda parte dell’articolo il giornale affronta il problema sorto attorno ai finanziamenti ricevuti dal Ministero del Welfare per la realizzazione di un telefono amico e per i quali il Riformista, facendosi portavoce della base dell’Arcigay, chiede chiarezza su come sono stati utilizzati i 150 mila euro stanziati.
Da parte dell’Arcigay nessun commento all’articolo de Il Riformista, anche se non sono pochi coloro che, a braccio e con affermazioni del tutto personali, paventano dei complotti o delle congiure interne all’associazione stessa o, con un sussulto dai toni leghisti, da parte di un’astratta ‘partitocrazia’.
Affermazioni gravi e che potrebbero pregiudicare tra l’altro l’mmagine dell’Arcigay a livello nazionale.
Silenzio ufficialmente anche dal presidente nazionale Patanè che, tuttavia, da Facebook fa sapere ai suoi estimatori che “Sorrido guardando la foga di chi cerca di seminare discordia e gettare discredito. Risponderò solo una volta, e basterà per tutte”.
Un’affermazione ormai che più che essere urgente è ovvia visto che l’associazione è stata pubblicamente chiamata, sia dalla stampa nazionale, la quale ha fornito anche nomi e cognomi di persone che si ritengono coinvolte nei progetti e sui loro finanziamenti ed anche da alcuni suoi associati le cui fila sembrano ingrossarsi sempre di più, a rendere conto pubblicamente il più presto possibile sulla questione con motivazioni chiare quanto convincenti.
Le polemiche comunque non sembrano destinate a finire e più si avvicina la data del prossimo Consiglio Nazionale dell’Arcigay, convocato per il % e 6 febbraio prossimi e probabile sede della risposta definitiva a cui fa cenno Patanè, e più crescono i malumori interni all’associazione per cui non ci si meraviglierebbe se nei prossimi potrebbero esserci dei colpi di scena.
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