Dopo le roventi polemiche della scorsa estate, a seguito della bocciatura del registro delle Unioni Civili con i voti del PD, ripresentata la stessa mozione da grillini e IDV. Daniele Vimini, per il PD, propone invece di estendere reali diritti e agevolazioni economiche alle “famiglie anagrafiche”
Pesaro. Lo scorso Luglio il consiglio comunale bocciò la proposta di istituzione di un registro delle Unioni Civili con 16 voti contro 2. Grillini e IDV non si sono persi d’animo e hanno ripresentato la stessa mozione. Ma dal PD, che si alleò alla destra per respingere il registro, arrivano finalmente segnali positivi. Il segretario cittadino del partito ha presentato una mozione per l’estensione di vantaggi economici e diritti reali a quanti decideranno di costruire una “famiglia anagrafica”. Istituita negli anni ’50 e rivisitata nell’89, la famiglia anagrafica può essere costituita da chiunque conviva e dichiara all’anagrafe di costituire un unico nucleo familiare. I conviventi compariranno quindi nel medesimo stato di famiglia. Oggi però, oltre ad un riconoscimento formale ed all’accumulo dei redditi, la famiglia anagrafica non serve a granchè, tanto che molti preferiscono non richiederla per mantenere separati redditi ed eventuali agevolazioni conseguenti, legate ad esempio ad un reddito al di sotto della soglia minima. La proposta del PD sembrerebbe tesa a colmare questo vuoto ed a valorizzare la famiglia anagrafica anche “attraverso interventi di tipo economico”. Le materie oggetto dell’intervento sarebbero: casa, sanità, servizi sociali, giovani, sport e tempo libero, servizi educativi. Settori strategici della gestione comunale che, attraverso una successiva definizione, dovrebbero dare la possibilità alle coppie di fatto di accedere alle graduatorie per le abitazioni, alle agevolazioni per le giovani coppie, per l’assistenza sociale e sanitaria. E non è escluso che le famiglie anagrafiche possano usufruire delle esenzioni per l’accesso agli asili. Ancora non sono noti i termini della proposta, quindi è ancora prematuro dare un giudizio di merito. ma a prima vista non sembra che ci siano grandi concessioni. Per l’accesso agli alloggi popolari basterebbe che l’assessore si riferisse alla legislazione esistente anzichè all’ideologia e già da subito sarebbe possibile per una famiglia anagrafica ottenere lo stesso punteggio di una famiglia basata sul matrimonio. Così anche per i vari servizi comunali. Inoltre l’accesso agli asili nido è forse più semplice per una ragazza madre che non per una famiglia, anagrfica o sposata, per via del reddito. Un reddito sarà sempre inferiore a due.
Rimane comunque un fatto positivo che il consiglio comunale e, in questo caso, il PD, affronti un tema di così grande importanza come il riconoscimento dei diritti di cittadinanza a tutte le convivenze comprese quelle gay e lesbiche.
Il PDL è partito subito all’attacco parlando di “guazzabuglio legislativo, che non può colmare una lacuna normativa”. Vero, ma il riconoscimento ufficiale di tutte le forme di convivenza e la presa d’atto che non c’è più un unico modello familiare, hanno un forte impatto sul piano politico e su quello simbolico e, sopratutto, servono da stimolo per l’approvazione di una legge nazionale di riconoscimento delle Unioni di fatto.