Le associazioni LGBT sarde non si accontentano e rilanciano: “le Unioni Civili sono solo un primo passo ma vogliamo molto di più!”.
Si avvicinano le grandi manifestazioni sarde per i diritti e MOS, ARC, Famiglie Arcobaleno e le altre sigle che sostengono il Sardegna Pride mettono nero su bianco le rivendicazioni alla base della prossima manifestazione. Temi proposti anche nelle passate edizioni ma che, quest’anno, assumono un valore maggiore in seguito all’approvazione del disegno di legge sulle Unioni Civili. Matrimonio egualitario, adozioni e fecondazione assistita i cardini del documento
“La legge appena entrata in vigore, se da un lato rappresenta un passo avanti, grazie al riconoscimento di alcuni diritti fino a poco tempo fa negati, dall’altro lato è anni indietro rispetto a numerosi Paesi europei, che già garantiscono il matrimonio egualitario e considerano l’omo-transfobia al pari del razzismo e della discriminazione religiosa.”
Ma anche lotta all’omofobia ed alla transfobia:
“la paura della differenza alimenta ancora, anche in Europa, pericolosi istinti discriminatori. L’omosessualità non è più una malattia da quasi cinquant’anni, ma l’omo-transfobia è ancora una realtà.”
Un documento sintetico che condensa anni di movimento e di piazza in poche righe e ripropone rivendicazioni classiche del movimento LGBT ma non per questo superate. L’essenza del documento è sicuramente la richiesta della piena uguaglianza e il superamento della logica discriminatoria della nostra società, verso il riconoscimento del valore della diversità in una società includente dove la convivenza ed il rispetto siano il principio regolatore a cui affidarsi.
Di seguito il documento politico integrale:
Il 28 giugno 1969, con i moti di Stonewall, quella che poi diventerà la comunità lesbica gay e transessuale mosse i primi passi di lotta per l’autodeterminazione e per il proprio riconoscimento sociale. Dopo quarantasette anni, la paura della differenza alimenta ancora, anche in Europa, pericolosi istinti discriminatori. L’omosessualità non è più una malattia da quasi cinquant’anni, ma l’omo-transfobia è ancora una realtà.
Per questo, le associazioni lgbtq del Coordinamento Sardegna Pride lottano da sempre per la piena uguaglianza di diritti e contrastano il pericoloso vento delle destre reazionarie e religiose e dei movimenti populisti che, in alcuni Paesi, sono già realtà. Il tormentato dibattito politico sulle unioni civili dimostra che l’Italia è un Paese tutt’altro che coraggioso. La legge appena entrata in vigore, se da un lato rappresenta un passo avanti, grazie al riconoscimento di alcuni diritti fino a poco tempo fa negati, dall’altro lato è anni indietro rispetto a numerosi Paesi europei, che già garantiscono il matrimonio egualitario e considerano l’omo-transfobia al pari del razzismo e della discriminazione religiosa. Invece, la c.d. “legge Cirinnà” finisce per discriminare, perché istituisce una legislazione diversa per persone ritenute non meritevoli né idonee a costituire una “Famiglia”: le Famiglie possono essere libere e tante, attraverso il riconoscimento di tutte le varie forme di convivenze.
Il Sardegna Pride chiede:
Il Sardegna Pride sfilerà in corteo, a testa alta, sabato 25 giugno 2016 a Cagliari, per ricordare a tutta la cittadinanza che ogni persona deve essere fiera della propria unicità, perché le differenze sono il valore più prezioso, il punto di forza e un’inestimabile opportunità di crescita umana e culturale per una società che voglia essere autenticamente libera.
Coordinamento Sardegna Pride 2016
ARC Onlus, Movimento Omosessuale Sardo, Famiglie Arcobaleno, AGedO, CGIL Nuovi Diritti Cagliari e Sardegna, UniCa LGBT, Sardegna Queer, GayNet Olbia