E’ lotta senza quartiere nei giorni della discussione al Senato del ddl Cirinnà. Mentre i senatori infilano perle di ignoranza e di omofobia, radio Maria auspica la morte della deputata PD, la ministra Lorenzin definisce la maternità surrogata “ultraprostituzione” e Repubblica da grande risalto al no dei pediatri alla stepchild adoption, subito smentita dal suo presidente
Tra gli “Affemminati uomosessuali” di Scilipoti, “la stepciaild assosiescion” e i “Dolce e Gabbana sessuali” di Aracri, continua in Senato la discussione del ddl Cirinnà sulle Unioni Civili. Superate le pregiudiziali di incostituzionalità con il voto compatto di PD, m5s e SEL, senatori e senatrici fanno a gara a chi la spara più grossa, tanto da citare persino il vecchio testamento senza riflettere che proprio in quel testo di famiglie tradizionali non c’è traccia e di abomini ce ne sono ben altri, come il mangiare crostacei e maiale, così come esortazioni all’omicidio.
Ma la tensione è alta e sui giornali escono notizie, o illazioni, di presunti contatti tra il M5S e il vaticano tanto da allarmare la stessa Cirinnà che ha uno scambio di fuoco con il senatore pentastellato Airola che taglia netto “Siamo tutti compatti a favore del ddl ma sia ben chiaro che, impoverito, non lo votiamo. Non si può scendere oltre un minimo livello di garanzie dei diritti” e rilancia la palla in campo PD dove invece le tensioni e le divisioni restano. Intanto ritorna alla carica Angelino Alfano, leadre di NCD, principale alleato di Governo di Renzi “Il voto del Pd con il Movimento 5 stelle sarebbe un voto traumatico” e pur non minacciando la crisi di governo ha fatto capire che questo trauma potrebbe avere conseguenze, anche al momento del referendum sulle riforme, il prossimo ottobre. E rilancia la proposta di stralciare la stpchild dal provvedimento per approvare le Unioni Civili con i voti della maggiornanza. Ma di stralcio dell’articolo 5, quello sull’adozione, il Pd non ne vuole sentire parlare. Piuttosto dietro le quinte del palazzo, i senatori cattolici continuano a cercare una mediazione su questa stepchild adoption e mercoledì è stato il senatore Giorgio Tonini che ha tentato un’altra via per far digerire a tutto il partito questo tipo di adozione: una pre-adozione di un anno, in linea con quanto già avviene con le adozioni internazionali. Questa pre-adozione di un anno (con verifica, ovviamente) verrebbe estesa a tutte le coppie, anche quelle etero, per non incappare in problemi di costituzionalità, ciò porterebbe a cambiare leggi già esistenti in materia. Per questo non appare una strada troppo praticabile. Rimangono sul tavolo altre due mediazioni sulla stepchild, ma la verità è che modificando l’articolo 5 si verrebbero a perdere tutti i voti dei 5 stelle ed in generale della sinistra.
Fuori dal palazzo la battaglia entra nel vivo e non si risparmiano colpi bassi e anche un pò macabri, come l’aupicio di morte lanciato verso Monica Cirinnà da don Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, durante la rassegna stampa mattutina. Repubblica continua nella sua campagna contro il ddl e, dopo il sostegno al Family Day, ora schiera nientemeno che i pediatri “Ricerche dimostrano che vivere in una famiglia omosessuale potrebbe danneggiare i figli”, avrebbe detto Giovanni Corsello, presidente della società italiana di Pediatria. Ma lui, interpellato sull’argomento, ci ripensa e risponde “. . . la norma che sana e legittima le situazioni di fatto di minori con due genitori dello stesso sesso è da considerare con favore”. Anche perchè, a stertto giro, aveva risposto il presidente della Fimp, Federazione Italiana Medici Pediatri, Giampietro Chiamenti “la letteratura scientifica è scarna e non consolidata da verifiche di lungo periodo», ha detto , critico sulla presa di posizione del collega Corsello (Sip). «Nel contesto attuale della discussione politica e sociale sul tema delle adozioni dei bambini in contesti famigliari “non tradizionali”, mai mi permetterei di parlare in nome e per conto dei pediatri italiani — dice Chiamenti — dovendo evitare il rischio di smentite, contrapposizioni e strumentalizzazioni che possono riflettere posizioni personali di tipo etico, religioso e politico. A schierarmi in una qualsivoglia direzione su questo tema, complesso e condizionabile dalle implicazioni citate sopra, non potrebbe sorreggermi neppure una letteratura scientifica scarna e non consolidata da verifiche di lungo periodo». Sull’argomento si era espresso anche Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria “Ciò che conta è valutare la capacità affettiva dei genitori, la capacità di accogliere e seguire la crescita dei bambini, creando un ambiente sicuro, sereno e protettivo. E questo non dipende certo dal ‘genere’ dei genitori. Mentre è dimostrato – questo invece è sicuro – che nelle famiglie ‘etero’ possono prodursi danni nella psiche dei bambini quando il rapporto tra i genitori è in crisi“.
Intanto 40 senatori di area centrista, fra cui Gaetano Quagliariello, Andrea Augello, Luigi Compagna, Mario Esposito e Carlo Giovanardi, ricorrono alla Corte Costituzionale. Secondo loro l’iter del ddl Cirinnà ha violato l’articolo 72 della Costituzione, secondo cui ogni disegno di legge deve essere esaminato prima in commissione e poi in aula. Secondo i ricorrenti non c’è stata alcuna discussione in commissione Giustizia del provvedimento, e quindi a loro è stato impedito di svolgere il ruolo di senatori, violando “le essenziali funzioni e prerogative proprie di ciascun parlamentare”.
In realtà la seduta del Senato del 14 ottobre 2015 si aprì con la relazione del presidente della commissione Giustizia sui lavori relativi ai disegni di legge sulle unioni civili: la conferenza dei capigruppo indicò come testo base il disegno di legge numero 2081, a prima firma della senatrice Cirinnà. Il ddl venne portato in aula senza relatore, spiegò allora il capogruppo del Pd Zanda, a causa dell’ostruzionismo in commissione (da parte di Ncd e area cattolica), dove il provvedimento era bloccato da mesi.
Fonte Repubblica, il fatto Quotidiano, Corriere della Sera, SkyTg24, Twitter