La scorsa settimana Marilena Grassadonia, nuova presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno, in una lettera aperta a Renzi lanciava la campagna di pressione #figlisenzadiritti
Marilena Grassadonia, che prende il posto di Giuseppina La Delfa per dieci anni presidente dell’associazione di genitori gay e lesbiche, inizia la sua presidenza con una campagna di pressione per l’approvazione di una legge sulle unioni civili che comprenda anche la possibilità di adottare i figli dei partner.
“In Italia ci sono centinaia di bambini cresciuti da due mamme o da due papà ma, per la legge, sono figli di genitori single: l’unico genitore riconosciuto è cioè quello che ha un legame biologico con il bambino.” scrive Grassadonia in u8na lettera aperta a Matteo Renzi “La stepchild adoption – che non è la possibilità per i gay e le lesbiche di adottare e che quindi sarebbe meglio chiamare “riconoscimento del genitore di fatto” – permette di coprire questo vulnus dando la possibilità al genitore legalmente non riconosciuto di essere registrato come genitore a tutti gli effetti.”
Con l’hashtag #figlisenzadiritti parte quindi la maratona Twitter e Facebook delle famiglie omogenitoriali. Decine di foto di coppie gay e lesbiche con figli inondano la rete. “Gli oppositori del Ddl Cirinnà dicono che il riconoscimento del genitore di fatto è sbagliato perché “legittima la genitorialità gay”. Sono bugie sulla pelle dei bambini: gay e lesbiche continueranno ad avere figli ma, senza una legge, saranno sempre bambini con meno diritti degli altri, esposti a mille difficoltà nel quotidiano e a gravi rischi in caso di lutti in famiglia, o separazioni.”
IL senso della campagna è molto semplice: sfatare il luogo comune che le unioni civili o il matrimonio same sex possano aprire le porte alla genitorialità gay e lesbica per il semplice motivo che gay e lesbiche i figli li hanno già. Ed è proprio per tutelare i loro figli, in carne ed ossa, che Famiglie Arcobaleno ha chiesto a tutte le coppie omogenitoriali di pubblicare foto delle loro famiglie. Una risposta all’ipotesi di lasciare “libertà di coscienza” sul voto al DDL Cirinnà, ma anche al messaggio che Renzi pubblicò su facebook nel novembre 2013 “Nel mio gruppo di lavoro c’è una coppia, Letizia e Teresa, che da poche settimane ha un figlio che si chiama Ernesto. Da segretario del PD lavorerò perché Ernesto abbia gli stessi diritti dei miei figli e, dopo tanti anni di discussioni a vuoto, faremo una legge sui diritti civili”. “Noi – commenta Marilena – siamo ancora dalla parte di Ernesto e dalla parte di tutti i bambini che, come lui, aspettano di avere gli stessi diritti dei figli di Matteo Renzi.”
Alla campagna aderiscono anche Silvia e Fabiana, di Famiglie Arcobaleno Cagliari, pubblicando su Twitter una foto insieme alle loro tre figlie “le nostre figlie hanno cognomi diversi, sono sorelle per tutti ma per lo Stato no #figlisenzadiritti”
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