“Da parte di tutte le istituzioni c’è l’impegno affinché il 2 settembre riapra la scuola a tutti gli studenti. Siamo certi che i lavori termineranno entro quella data”. Così il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro uscendo dal liceo Socrate al termine di un incontro tra le istituzioni sul rogo che ha colpito la scuola sabato mattina.
I maligni dicono che potrebbe essere stata la vendetta di qualche studente bocciato, o un tentativo maldestro di nascondere la bocciatura. Ma altri sostengono possa trattarsi dell’ennesimo atto «punitivo» contro un liceo i cui studenti si sono distinti per i loro lavori contro l’omofobia.
A dare l’allarme era stato il custode dell’istituto, che vide uscire le fiamme dall’interno di una delle aule, da cui poi si sarebbero propagate negli altri ambienti. Almeno otto le aule distrutte, devastato soprattutto il primo piano. I danni ammontano a centinaia di migliaia di euro ed è a rischio la regolare ripresa della didattica a settembre, anche se tutti – dal Comune al ministero dell’Istruzione – si sono impegnati a fare il massimo per rimettere tutto a posto. Il rogo sarebbe di origine dolosa. I piromani non avrebbero compiuto effrazioni per entrare nell’edificio, ma avrebbero usato benzina per appiccare il fuoco (oltre a lanciare uova contro il portone d’ingresso). La polizia visionerà le telecamere su strada (quelle del liceo sarebbero fuori uso da tempo) ma avrebbe già trovato dei fiammiferi e alcune impronte che potrebbero rivelarsi utili per individuare i responsabili.
Dopo l’indignazione suscitata dalle scritte omofobe comparse due volte negli ultimi cinque mesi, l’incendio provoca ancora più sdegno. «È un attacco a tutti noi», dicono basiti gli studenti. «L’incendio è un gravissimo atto intimidatorio nei confronti di una scuola combattiva che è sempre stata in prima linea nelle lotte studentesche. Ma neanche un atto simile ci farà piegare la testa», rincara Luca Brigida, lo studente rappresentante d’istituto. «È un atto di terrorismo contro un’istituzione radicata – aggiunge a sua volta il preside -. Un attentato, quasi un atto di guerra». E anche sul web non manca il coro di proteste. Studenti, ex o semplicemente internauti appaiono indignati: «Un atto spaventoso e criminale».
Fonte web, corriere della sera. Foto Ansa, corriere della sera
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