Secondo la Corte europea, all’interno delle coppie omosessuali ci deve essere la possibilità di adozione dei figli del partner. La sentenza in risposta al ricorso di una coppia lesbica austriaca.
La questione delle adozioni per le coppie omosessuali è arrivata alla Corte Europea dei Diritti Umani e la sentenza emessa è di portata storica. La Grande Camera della Corte di Strasburgo, infatti, ha stabilito che nelle coppie gay i partner devono avere il diritto ad adottare i figli dei compagni, cosi come avviene per le coppie eterosessuali non sposate. La decisione della corte di Strasburgo fa seguito al ricorso presentato da una coppia lesbica austriaca che rivendicava il diritto all’adozione del figlio naturale di una delle due da parte della compagna.
In Austria l’adozione fra conviventi è permessa solo alle coppie eterosessuali e, in base l’articolo 182.2 del codice civile austriaco la persona che adotta «rimpiazza» il genitore naturale dello stesso sesso, interrompendo quindi il legame con quel genitore. Ovvero, la concessione dell’adozione alla partner avrebbe fatto perdere i diritti alla madre naturale, sua compagna. A questo paradosso ha risposto la corte affremando che “l’Austria ha violato i diritti dei ricorrenti perché li ha discriminati sulla base dell’orientamento sessuale dei partner” e riconoscendo quindi il diritto della donna ad adottare il figlio della compagna.
La sentenza riguarda l’Austria in prima persona, ma essendo stata emessa da un organismo giurisdizionale europeo si applica a tutti e 46 gli Stati membri del Consiglio d’Europa, Italia compresa.