Divorzio breve, fine vita, testamento biologico, famiglie di fatto, gay, sono questioni che la società ha accolto, metabolizzato e accettato. Il Parlamento no. Se ci fosse una cesura ulteriore da esibire tra politica e società, secondo il Rapporto Eurispes, sarebbe proprio su questi temi.
Il divorzio breve, che fece inalberare i vescovi spagnoli quando fu istituito in quel Paese, in Italia riscuote il favore dell’86,3% della popolazione, con un incremento di 4,1 punti percentuali solo nell’ultimo anno.
Su 100 famiglie – rileva l’Istat – solo 37 sono costituite da madre, padre e bambini, le altre sono tante cose diverse: ricostituite, senza figli, formate da una persona sola (28%). Non meraviglia, quindi, che il 77,2% degli italiani – secondo Eurispes – sia favorevole a una regolamentazione delle famiglie di fatto, etero e omosessuali.
Esiste su questo punto una differenza Nord-Sud – rileva Eurispes – e anche destra/sinistra ma non tale da far cambiare l’orientamento netto degli italiani, tutti ovunque ormai largamente favorevoli ad un regolamentazione di questa materia.
Altro tema eticamente sensibile: maternità e aborto. La fecondazione assistita piace a quasi quattro italiani su cinque (79,4%) ed è vista come una apertura alla maternità-paternità quando le condizioni personali della coppia non la rendano possibile per vie naturali. Questo vuol dire che gli italiani sono favorevoli anche alla fecondazione eterologa? L’indagine non scende così nei dettagli, ma indica tuttavia una posizione chiara, che stride con quella espressa dal Parlamento ora sciolto. La stessa libertà espressa in materia di pillola abortiva (l’aborto chimico), fortemente contrastata da una certa parte politica, è vista con favore dal 63,9% degli intervistati (erano il 58% solo l’anno scorso).
Più articolata la posizione sul fine vita: il 77,3% ritiene che sia opportuno (o comunque ammissibile) che una persona possa fare testamento biologico (vincolante), il 64,6% è favorevole anche all’eutanasia come libera scelta, sia pur regolamentata rigorosamente.
Fonte lastampa.it
il titolo è sbagliato: i favorevoli sono il 77,2%
Forse il titolo non è perfetto, hai ragione. Cmq 37% si riferisce alle famiglie tradizionali (moglie, marito, figli) sul totale delle famiglie italiane, dopo c’è una virgola (il punto sarebbe stato meglio) e la frase “italiani favorevoli alle unioni civili (cioè la maggioranza è favorevole)”. Titolo modificato 🙂