Da la Nuova Sardegna del 27 Ottobre 2010
L’omosessualità, insieme alla rivendicazione del diritto alla parità di trattamento in tutti i settori e all’adozione di una legislazione antidiscriminatoria (ad esempio con la legalizzazione della coppia e l’adozione dei bambini), è uno di quei temi, definiti “eticamente sensibili” quali l’aborto e l’eutanasia, che dividono la società contemporanea in modo netto e sono spesso motivo di dibattito politico, religioso e filosofico. Infatti, se per la Chiesa cattolica l’omosessualità rappresenta una sorta di devianza o di disordine intrinseco rispetto alla normale naturalità dell’essere umano, per la cultura laica è invece un diritto di orientamento individuale, legittimo, non discriminabile né sul piano sociale né su quello giuridico, da rispettare come altri che attengono alla libera scelta di ciascuno. È evidente pertanto che l’affermazione di Rocco Buttiglione “ essere gay è moralmente sbagliato”, fatta durante l’intervista a Radio 2 nella trasmissione “Un giorno da pecora”, non poteva che essere destinata a parecchie polemiche e differenti commenti. Stupisce che l’onorevole Buttiglione, già reduce da una scivolata simile nel 2004 che gli costò la poltrona di commissario europeo, insista a fare dichiarazioni così improvvide e, tutto sommato, così poco umane. Ma, non era Sant’Agostino che sosteneva che la misura dell’amore è proprio l’amore senza misura? Ma, non è proprio la religione cattolica che predica l’accoglienza e il riconoscimento dell’altro in qualunque veste si presenti? Insisto a non capire!
Trovo in questa affermazione una profonda arroganza: non c’è neppure l’ombra della virtù del dubbio, della verità come ricerca che pure dovrebbe appassionare il Buttiglione filosofo! Per non parlare poi dei paralleli con gli adulteri, gli evasori fiscali e coloro che non fanno la carità ai poveri, di spessore assai modesto, direi quasi dozzinale per la superficialità e l’improponibilità dei raffronti, uniti approssimativamente e globalmente in giudizio etico negativo comune. Bene hanno fatto Marco Presta e Antonello Dose, durante la loro trasmissione mattutina “Il ruggito del coniglio”, sempre si Radio 2, a liquidare con una battutaccia il parallelo etico tra gay ed evasori fiscali: “…allora siamo un popolo di ricchioni!”. Suvvia, onorevole, si ponga qualche dubbio! Come può considerare sbagliati alla stessa stregua gli evasori fiscali che contravvengono alle leggi dello stato e sono perseguibili penalmente (scudi a parte!) e gli omosessuali? Sono sullo stesso piano morale coloro che rubano con quelli che lei considera diversi? Ma, non fu proprio la famosa affermazione “l’omosessualità è un peccato, ma non un crimine” quella che le costò la disapprovazione dell’Europarlamento?
Lascio naturalmente alla coscienza di ciascuno il giudizio sul concetto di peccato, ma di sicuro il contravvenire alle leggi non può diventare un fatto etico. Farebbe bene a tanti, soprattutto a coloro che si ritengono detentori del patrimonio della verità, leggere il bel libro di Gustavo Zagrebelsky “Contro l’etica della verità” (ed. Laterza 2008), non solo per avere maggior rispetto dei valori altrui, ma anche per ritrovare un senso più umano del vivere comune.