I club di Berlino contro la GEMA. Una petizione del Berghain

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Di Massimo Mele il 16 Agosto 2012. Nessun commento

Berghain, primo piano

Essere proprietario di un club o di una discoteca non presenta solo lati positivi: bisogna avere a che fare con i cittadini che si lamentano del rumore notturno, con la polizia che arriva all’improvviso per fare i controlli, e con lo Stato, a cui bisogna ovviamente pagare le tasse. Eppure, come se non bastasse, dal primo gennaio 2013 alcune nuove regole – introdotte dalla Gema, l’omologa tedesca dell’italiana Siae – potrebbero rendere questo mestiere ancora meno invidiabile.

Secondo quanto rivelato dalla Berliner Zeitung, delle undici diverse tasse che i locali dovrebbero pagare (in teoria) per la musica che trasmettono, sono solo due ad essere riscosse regolarmente; inoltre, i pagamenti vengono effettuati mensilmente con cifre forfettarie. In futuro, invece, i locali si vedranno costretti a pagare quotidianamente, indipendentemente dalla loro grandezza e dal costo del biglietto d’ingresso, per i diritti d’autore dei brani “suonati” durante la serata.

Berghain, la fila di domenica mattina

Giustamente, i gestori e i proprietari dei club berlinesi stanno iniziando a preoccuparsi. Il quotidiano spiega in che modo le nuove regole potrebbero incidere nell’economia dei club: lo Schwuz, ad esempio, si ritroverebbe a pagare 90mila euro anziché 10mila e, nel bilancio del locale, questo costo aggiuntivo comporterebbe un alto rischio di chiusura.

Il proprietario del Watergate, Steffen Hack, ha definito l’intera operazione come “uno strozzinaggio immorale”; nel suo club, infatti, le spese triplicherebbero. Il famoso dj Dr. Motte, fondatore della Loveparade, ha organizzato un’iniziativa di protesta, la “Fair Play – Gemeinsam gegen GEMAinheiten“, in cui invita i berlinesi a dimostrare tutti i lunedì sera davanti al Frannz Club di Prenzlauerberg.

Di fronte alle lamentele, la GEMA si è difesa sostenendo che sino ad ora i club non hanno pagato nulla, o pochissimo, rispetto a quanto realmente dovuto. L’obiettivo della società è quello di destinare il 10% di ogni ingresso agli autori delle canzoni trasmesse.

Anche sotto questo versante, le polemiche non mancano: creatori e produttori musicali riferiscono che non sarà mai dimostrabile quante volte un loro pezzo venga passato. Per tutta risposta, la GEMA sta continuando ad installare le cosiddette “Blackbox”, già presenti in 120 club: sono strumenti che registrano settimanalmente un’ora della musica trasmessa e la inviano per l’analisi al Media Control.

Berghain, scale

Dopo le polemiche scatenate dalla nuove tariffe imposte dalla GEMA, la società tedesca che tutela i diritti d’autore, i club di Berlino passano al contrattacco. A muoversi in prima persona è il Berghain, che ha lanciato una petizione aperta a tutti. Ecco le motivazioni tratte dal sito ufficiale del club più famoso di Berlino:

«Nell’aprile del 2012, la GEMA ha presentato quella che è stata definita come una semplificazione delle correnti tariffe per club e discoteche. In realtà, questa semplificazione porta evidenti svantaggi per molti locali. Al posto delle undici tariffe esistenti, dal primo gennaio 2013 ne entreranno in vigore soltanto due, descritte da GEMA come “chiare, oneste e comprensibili per gli utenti”. In sintesi, però, le nuove tariffe porteranno ad un aumento dei costi di circa il 1400%, cosa che metterà in serio pericolo la sopravvivenza di molti club. Se queste nuove tariffe entreranno in vigore, il panorama del clubbing di Berlino cambierà radicalmente. Molti locali saranno costretti a chiudere, o comunque si renderà necessario aumentare enormemente i prezzi dei biglietti».

Il Berghain, si legge, «rifiuta categoricamente la nuova dittatura tariffaria imposta dalla GEMA e chiede lo sviluppo di nuove tariffe, più oneste, decise in cooperazione con i promoter ed i gestori dei locali». La discoteca, infine, chiede ai propri sostenitori di firmare la petizione “Gegen die Tarifreform 2013 – GEMA verliert Augenmass”, che sarà spedita al Parlamento tedesco. «Per favore, inviate il link ai vostri amici chiedendogli di firmare e, cosa più importante, discutete il problema tra di voi».

Fonte ilmitte.com

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