Rassegna stampa l’Unione Sarda 27/06/2012
Per la prima volta nella storia di una città “bacchettona”, da oggi a Cagliari ci sarà il via libera al registro delle unioni civili. Coppie gay e coppie di fatto potranno firmare in Comune per sancire ufficialmente la loro unione. Il consiglio comunale ieri sera ha discusso il piano, oggi si vota. Un progetto fortemente voluto dal sindaco Zedda e dalla sua maggioranza, contestato dall’opposizione che parla invece di fumo negli occhi. Una firma contro tutte le omofobie, attesa non soltanto dagli omosessuali ma da tante coppie cagliaritane che non sono sposate e che non hanno alcun diritto con la loro convivenza. Il dibattito in consiglio è stato aspro e senza esclusione di colpi. “Scontiamo il fatto di essere un Paese che ospita il Vaticano senza riconoscere uguali diritti e uguali doveri”, ha ammesso persino Gennaro Fuoco di Fli, che ha annunciato il suo voto a favore. Anselmo Piras del Pdl invece sostiene: “Non c’è stata richiesta di collaborazione, è stato portato un compitino già fatto: eravamo contrari sull’ostentazione. Come possiamo andare noi oltre le leggi nazionali? In nessuna città vengono presi in giro i cittadini dicendo che avranno diritto alla casa e ai servizi sociali. Così si mettono gli uni contro gli altri, così si crea vera omofobia”. Claudio Cugusi del Pd invece afferma: “Lo sapevo che sarebbe finita come ai tempi delle lotte Nord contro Sud- dice Cugusi- la sessualità è un atto riservato e mi chiedo cosa importi al consigliere Piras sapere cosa fanno le coppie nella loro abitazioni. C’è anche chi fa coppia di fatto e guarda Vespa alla tv: sbagliato dividere i cittadini tra gay ed etero. Noi pensiamo che sia giusto prendere un impegno anche sul diritto alla casa e ai servizi sociali. Non è un atto rivoluzionario, semplicemente una disciplina. Va anche detto che le unioni di fatto sono diversi dai matrimoni”. Francesca Ghirra di Sel: “Questo è un grande giorno per Cagliari perchè questo regolamento è un grande atto di civiltà. Le normative dovrebbero tenere conto di tutte le diversità della società, questo è un primo passo in questo momento dunque non capisco perchè il Pdl addirittura voti contro”. Fabrizio Marcello del Pd ha citato Aldo Moro che tra i primi parlò di coppie di fatto fuori dal matrimonio. “Qui è sempre riduttivo e discriminatorio parlare solo di coppie omosessuali. Questa scelta parte dal basso e riflette il dinamismo della nostra società. Non ragioniamo solo a “sa casteddaia”, non possiamo fernare una società che cambia, serve sensibilità anche da parte del Comune”. Alessio Mereu dei Riformatori annuncia il suo voto contrario: “In passato certe persone accusavano dei disturbi di genere, è vero-dice- io penso che questo registro non sia una cosa seria ma solo un atto simbolico. Mi chiedo dove siano le case e i contributi per i servizi sociali per queste coppie, in realtà non sono disponibili. Non è necessario pubblicizzare dei comportamenti personali”. Davide Carta, capogruppo del Pd: “Questo è un dibattito sentito perchè qui stiamo parlando di vite e di dignità umana. Riocnoscere le forme di affetto e sentimenti umani non è pubblicità ma significa riconoscere il valore dell’uomo. Non è un atto notarile ma un atto chiaro di indirizzo: stiamo declinando dei nuovi rapporti di cui il Comune si farà garante. Proveremo a riconoscere il bene di tutti gli uomini e le donne, le relazioni tra conviventi hanno una relazione sociale e dobbiamo prenderne atto”. E il sindaco Massimo Zedda: “Le migliori democrazie sono quelle che più stanno al passo con l’evoluzione delle società. Per le unioni di fatto, se anche fossero solo 2 persone, sarebbe sbagliato privarle della possibilità di accedere a un diritto o a un riconoscimento della loro relazione. Non è una gara con altri Comuni. Tutti devono usufruire degli strumenti del Comune, ma qui il problema è molto più profondo: non possiamo stare fermi in attesa che qualcuno legiferi. Gli unici che possono beneficiare delle unioni di fatto sono i giornalisti e i parlamentari, per loro esisteva già nel 1948 il regime di coppie di fatto come destinatario del vitalizio. Pensate quanto erano avanti quando stesero la Costituzione. Oggi con questo piccolo passo estenderemo diritti e possibilità a tanti che vivono così e oggi sono privati di garanzie. Siamo in Europa il fanalino di coda in questa materia, e state certi che la famiglia resisterà a qualsiasi attacco. Come in tutti i paesi del mondo”.
Consiglio comunale verso il via libera al registro delle unioni civili. Discussione aperta in consiglio, tra voci favorevoli e contrarie. “Io non sono favorevole- dice Pierluigi Mannino dell’opposizione- perchè le coppie di fatto non avranno gli stessi diritti di quelle sposate e non possiamo sostituirci al legislatore. Giusto riconoscere il principio della solidarietà, persone che convivono possono sancire la loro unione già con un atto notarile. I Comuni stanno sbagliando e prendono in giro i cittadini”. Giuseppe Farris del Pdl aggiunge: “Quando si discute di diritti civili ogni partito deve avere piena libertà di coscenza quindi il Pdl non avrà una posizione univoca. Non abbiamo però alcuna competenza per istituire questo registro. La famiglia costituisce un pilastro della nostra società che però è diventata più complessa con sensibilità nuove. Penso quindi che non sia un’eresia parlare di matrimoni tra coppie gay ma sono contrario all’adozione di bambini. Si tratta di un’operazione spot, non solo per dirla alla Petrucci una marchetta elettorale ma una vendita di fumo. Noi voteremo contro perchè è un’operazione di facciata”.
Matteo Lecis Cocco Ortu del Pd afferma in consiglio comunale sul registro delle unioni civili: “Con questo registro vogliamo che le minoranze non restino indietro. L’Istat ha chiarito che esistono due milioni di italiani che vivono in famiglie diverse da quella tradizionale, e sei milioni di persone hanno sperimentato una convivenza. Cagliari lancia un segnale alla politica italiana: il nostro Paese deve regolamentare meglio le unioni civili, come tante altre nazioni. Viviamo in una città dove alcuni giornali come l’Unione Sarda oggi associano in maniera assurda le coppie gay a immagini di tipo pornografico. Mi auguro che questo regolamento venga approvato da tutti, anche dalla minoranza”
La Destra prende posizione sul registro delle coppie di fatto, che sarà approvato stasera dal consiglio comunale. Non ha dubbi il segretario provinciale della Destra Daniele Caruso: “Un atto dettato dall’ideologia, che promette ipocritamente a forme di convivenza di vario tipo, la possibilità di accedere “ai benefici che l’amministrazione comunale riconosce in materia di diritto alla casa e ai servizi sociali”, “favorendone lo sviluppo”, mettendole di fatto in competizione con la FAMIGLIA, a cui sono destinate risorse già limitatissime. Questo regolamento comunale non farà altro che creare ulteriori disordine e confusione, dal punto di vista fiscale, previdenziale e sociale. Conosciamo tutti ad esempio il fenomeno delle convivenze more uxorio, in cui i conviventi non sposati superano la normativa sul calcolo del reddito familiare riguardante l’assegno al nucleo familiare. Sarà un incentivo alla formazione di forme di convivenza fittizie, per finalità puramente materiali, col solo scopo di accedere agli stessi diritti di cui godono le famiglie. La Destra studierà nei prossimi giorni la possibilità di permettere ai cittadini cagliaritani di esprimersi sulla materia attraverso un referendum consultivo abrogativo, eventualmente organizzando una manifestazione delle famiglie cagliaritane, per rivendicarne il ruolo fondamentale nella società”.
Cagliari. Se anche Gennaro Fuoco, unico esponente della destra in consiglio comunale, vota a favore del registro delle coppie di fatto, significa che in questa città qualcosa è cambiato davvero, nonostante le figur’e Farris. Se il più giovane esponente del Pd, Matteo Lecis Cocco Ortu, si ribella alla logica del monopolio dei giornali, significa che anche l’informazione in questa città non ha più padroni. Se le coppie gay da oggi avranno gli stessi diritti di quelle eterosessuali, vuol dire che forse non sarà soltanto il pezzo di carta sbandierato da un sempre più vetusto Pdl fuori dai tempi. Il registro certificherà che nascondersi non sarà più un percorso obbligato: uomini e donne che scelgono di amare lo stesso sesso saranno per la prima volta nella storia riconosciuti a Cagliari, ben oltre le “esternazioni da Gay Pride” sottolineate da qualcuno. Stranamente il Centro è rimasto al centro: Udc e Riformatori sono i partiti che insieme al Pdl sono i più scettici sulle coppie di fatto, sarà bene ricordarcelo. La vera sfida però appare un’altra: il Comune ha annunciato uguali diritti per chi non è sposato ma convive sul fronte delle case popolari e dei servizi sociali. Resta da vedere quale sarà davvero l’effetto di questo registro, se cioè resterà solo uno slogan o alla prova dei fatti si tramuterà in benefici concreti per uomini e donne, uomini e uomini, donne e donne che convivono. E che come ha detto scherzando Claudio Cugusi del Pd, magari stanno insieme anche soltanto per il gusto di farsi compagnia, e “di guardare Bruno Vespa alla tv”. Certo, dire sì alle unioni civili è la classica “cosa di sinistra”, quella che un D’Alema neo alleato di Casini non avrebbe fatto facilmente. Ma sorprende il dato opposto: che anche il centrodestra si dica semi favorevole rendendosi conto finalmente che la società sta cambiando. Che non se ne discute più soltanto nei circoli delle pizzette. La società cagliaritana che cambia la politica e mai più l’esatto contrario. A dire il vero Giuseppe Farris si è contraddetto anche questa volta: prima ha assicurato che il suo partito avrebbe votato in piena coscienza senza alcun diktat, pochi minuti dopo ha annunciato invece il voto contrario alle coppie di fatto. Quindi la destra finiana si è dimostrata più progressista di quella ormai ex berlusconiana. Francesca Ghirra ha ricordato che il primo Comune ad istituire il registro era stato Banari, in provincia di Sassari. Cagliari ci ha messo un po’ troppo tempo, ma è normale vista la sua storia amministrativa. Ben 25 sono stati ieri sera gli interventi in consiglio comunale, anche se c’era chi sbadigliava e implorava il presidente Depau di sospendere la seduta per rinviarla al giorno dopo. Un groviglio di posizioni a volte difficile da interpretare? Veleno Parlante