SASSARI BY NIGHT Viaggio in piazza d’Italia dopo gli ultimi allarmanti episodi. Tante divise ma l’atmosfera è tranquilla: «Bulli? Sono solo ragazzini»
Silvia SannaSASSARI. Dicono che così tante divise non si erano mai viste. Alcuni si domandano il perché, altri lo sanno già: «È per quei ragazzini che ogni tanto fanno casino. Ma a quest’ora sono già a nanna».
Mezzanotte, piazza d’Italia. Poca gente a fare su e giù, alcuni gruppetti di ragazzi seduti intorno al monumento di Vittorio Emanuele. La serata, da queste parti, è agli sgoccioli. L’età media è bassa, oscilla tra i 15 e i 17 anni, molti guardano l’orologio, è ora di rientrare. Prima si fermano a commentare, osservano la stazione mobile dei Carabinieri, appostata da ore all’incrocio con via Roma e le due volanti della Polizia che girano intorno alla piazza, scendono sino a piazza Castello, poi risalgono e ricominciano daccapo. Hanno faccia sveglia da bravi ragazzi, indossano felpe abbondanti e cappellini. Le ragazze portano leggings o jeans stretti, scarpe da ginnastica o ballerine e sciarpe colorate. Si stringono nei micro giubbotti di pelle e sorridono: «Noi stiamo sempre qui – raccontano – piazza d’Italia è il nostro ritrovo nel fine settimana. E ci stiamo bene». Hanno sentito parlare degli atti teppistici, hanno letto i giornali. Ma fanno spallucce. «Qui non c’è violenza, noi non abbiamo paura. È vero, ci sono gruppetti di stupidi che ogni tanto si divertono a fare volare qualche schiaffo. Ma sono piccoli, ragazzini di 13-14 anni, quasi tutti vanno ancora alla scuola media. Può fare paura gente così?».
Loro, i bambinetti, come li chiamano, girano soprattutto dalle parti di piazza Castello. Arrivano intorno alle 19, si muovono in gruppo. Dieci, quindici ragazzini per volta, quasi sempre compagni di scuola, tutti maschi.
Anche ieri eccoli lì, puntuali, intorno alle aiuole e vicino alla Banca. Parlano a voce alta, divorano quantità impressionanti di pizza, panini e patatine. Alle 20 una negoziante abbassa la serranda, li vede e dice a un’amica: «Speriamo che non si picchino anche stasera».
E ricorda «quello sciame di adolescenti, saranno stati 20 o 30, che un paio di sabati fa è schizzato come una molla dalle panchine e si è messo a correre verso piazza d’Italia». Obiettivo: circondare due ragazzi più grandi, spaventarli, con la forza del branco. Uno dei due ha avuto paura, è scappato e ha trovato rifugio all’interno di una paninoteca. Lo sciame l’ha inseguito, alcuni ragazzini sono entrati nel locale: lì dentro, è bastato un sonoro ceffone da parte di un cliente per fare scattare una veloce ritirata con la coda tra le gambe. Un’altra volta, lo stesso sciame ha circondato un’auto dei vigili urbani, c’è stata tensione, l’auto è stata danneggiata.
Il cameriere di un locale che guarda verso piazza d’Italia ha assistito alla scena. «Mi sono passati davanti, erano poco più che bambini. Ho pensato: ma a chi credono di fare paura?». Il cameriere non ha dubbi: «Sassari è una città tranquilla, questa zona in particolare. Ma vedere le forze dell’ordine non mi dispiace: la loro presenza è importante per invitare i ragazzini a comportarsi bene, a non fare sciocchezze. Il resto, il compito più importante, spetta alle famiglie. Ma non è il caso di allarmarsi se scoppia una rissa: può capitare dove c’è così tanta gente e così tanti giovani».
Ieri, sarà anche per la presenza massiccia delle divise (una trentina i ragazzi identificati, tra loro anche alcuni minorenni), la serata scivola via tranquilla. I gruppetti di piazza Castello si dileguano intorno alle 21, lasciando come ricordo una montagna di cartoni di pizza e lattine. Al loro posto sulle panchine ora spunta un’altra generazione. Sono adolescenti dai 16 ai 19 anni, quasi tutti girano in moto, alcuni guidano già l’auto di mamma o papà. La differenza d’età la vedi nel look, tacco alto per le ragazze, frangione stirato per i maschietti. C’è qualche birretta, sigarette, a volte il venticello trasporta anche l’odore della marijuana. Tra qualche anno, se le mode non cambieranno, saranno loro i nuovi inquilini di via Roma, nel tratto di marciapiede che inizia all’angolo di piazza d’Italia e arriva quasi sino al museo Sanna. Quello che ora è il “parcheggio” del week-end per i più grandi, quelli dai 25 sino ai 40 anni: altro target e stessa atmosfera, tranquilla, quasi sonnacchiosa.
È la normalità di una città dove c’è invece chi, dopo gli ultimi episodi di teppismo firmati da gruppetti di ragazzini, suggerisce di istituire le ronde per «garantire la pubblica sicurezza». Roba da ridere, secondo chi quel fazzoletto d’asfalto e granito compreso tra via Roma e piazza Castello lo calpesta abitualmente: «Vengano pure, si annoieranno di sicuro».
Da La Nuova Sardegna 18 Ottobre 2010