In Parlamento Pacs e matrimoni gay. L’ira del PDL che si rivolge a Napolitano

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Di Massimo Mele il 21 Aprile 2012. Nessun commento

Roma. Il Parlamento ci riprova sui diritti delle coppie di fatto e stavolta anche di quelle omosessuali. Il Quirinale rispondendo alle sollecitazioni di alcuni parlamentari, dopo una sentenza della Corte di Cassazione sulla materia, ricorda come sia competenza del Parlamento la “regolamentazione delle situazioni che, nel loro complesso, attengono al diritto della coppia omosessuale di vivere liberamente la propria condizione”.

E’ partito oggi in commissione Giustizia alla Camera l’iter di una serie di proposte di legge per il riconoscimento delle unioni di fatto. Diversi i testi presentati che verranno unificati dalla presidente della commissione Giulia Bongiorno. I Radicali e la deputata del Pd Anna Paola Concia chiedono che vengano affrontate anche le loro proposte che introducono il matrimonio gay. Contemporaneamente si è mossa anche una corrente ‘trasversale’ dei liberali al Senato presentando un disegno di legge a firma Radicali-Repubblicani che partendo dal “riconoscimento di pari diritti ai figli naturali rispetto a quelli legittimi, introduce un registro degli accordi di unione solidale che varrà per coppie composte sia da persone dello stesso sesso che di sesso opposto”. ”Non si tratta di mettere in discussione il valore della famiglia tradizionale”, ha spiegato Donatella Poretti, esponente radicale, presentando il ddl che porta, oltre alla sua, le firme di numerosi senatori tra i quali anche esponenti Pdl: ”Ma il Parlamento non puo’ rimanere inerte di fronte a una societa’ civile che chiede leggi che possano essere rispettate”. Il ddl propone che al convivente, senza differenza di sesso, venga riconosciuto un diritto analogo a quello dei parenti di primo grado in relazione all’assistenza sanitaria e penitenziaria, alle decisioni in materia di donazione degli organi, di trattamento del corpo e celebrazioni funerarie, al subentro nel contratto di locazione. E ancora, ”la possibilita’ di concorrere alla successione legittima” oltre che ”i doveri agli alimenti per un periodo proporzionale alla convivenza”. L’accordo di unione solidale va stipulato con una dichiarazione congiunta davanti a un giudice di pace o ad un notaio ed ha quindi la natura giuridica di un contratto privato. ”Questo ddl – ha spiegato Del Penninoha qualche riferimento ai Pacs francesi ma non e’ pasticciato come i Dico”. ”Speriamo che qui al Senato si riesca quello che non si e’ riuscito in 8 anni alla Camera a causa di assurde contrapposizioni ideologiche – ha affermato Cecchi Paone -. In Europa, solo noi, la Grecia e l’Ungheria non disponiamo di strumenti di regolamentazione delle convivenze”

Ma l’iniziativa non è piaciuta al Pdl. Spiega il segretario Angelino Alfano: “Noi difendiamo la famiglia composta da un uomo e da una donna che devono fare figli”. L’intervento del Colle oggi è scaturito da una sollecitazione dei senatori Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi contro la sentenza della Corte di Cassazione che il 15 marzo scorso aveva stabilito che le coppie omosessuali, hanno il “diritto alla ‘vita familiare'” e a “vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilità, in presenza di “specifiche situazioni”, di un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Per i due senatori del centrodestra infatti la Corte avrebbe espresso “opinioni personali su come il Parlamento dovrebbe operare”. Ne era scaturita una polemica con le parlamentari Anna Paola Concia (Pd) e Sonia Alfano (Idv), che a loro volta chiedevano a Napolitano di “difendere e promuovere l’eguaglianza e i diritti dei cittadini oggetto di discriminazioni e violenze”. Oggi il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, a nome del Presidente Giorgio Napolitano ha risposto a entrambe le ‘parti’ chiarendo ai primi che “resta fermo il diritto di chiunque a criticare le affermazioni contenute nella sentenza”, e tuttavia con la sentenza sulle coppie di fatto “i giudici della Cassazione non hanno voluto sostituirsi al legislatore o interferire sulle scelte che solo ad esso spettano”.

D’altro canto il Quirinale ha ricordato alle sostenitrici dei diritti degli omosessuali quanto già affermato dalla Cassazione, ossia che “compete esclusivamente alla discrezionalità degli Stati prevedere o meno il matrimonio tra coppie omosessuali e, per l’effetto, valutare ‘se stabilire diritti differenti tra coppie sposate e coppie dello stesso sesso che non possono contrarre matrimonio: senza che ciò costituisca una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare e del divieto di ogni forma di discriminazione'”, e dunque spetta “al Parlamento dare puntuale regolamentazione alle situazioni che, nel loro complesso, attengono al diritto della coppia omosessuale di vivere liberamente la propria condizione”.

Fonti TMNews, Ansa

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