Rassegna stampa: ilmattino.it
Mafia e Camorra anticipano ancora una volta, lo Stato italiano. Questa volta l’argomento è l’omosessualità. Secondo i pm antimafia, i mafiosi gay, e ancora di più i camorristi, cominciano ad uscire allo scoperto e, nel caso abbiano potere, vengono accettati dalle organizzazioni. Curioso segnale dei tempi che cambiano … tranne che per il Vaticano e Giovanardi
Catanzaro – «La mafia ha sdoganato i boss gay. Ora non si nascondono più e se hanno potere le ‘cupole’ li accettano». Lo ha detto il procuratore generale di Ancona, Enzo Macrì, ex Procuratore nazionale antimafia aggiunto, intervenendo a ‘KlausCondicio’, il talk show di Klaus Davi in onda su You Tube. «Non è che un boss – ha aggiunto Macrì – possa fare coming out in modo plateale. L’omosessualità nella mafia è ancora un tabù sotto il profilo del costume, ma il grande boss può permettersi di essere omosessuale senza temere di essere ucciso. Dipende dai rapporti di potere: i mafiosi di piccolo calibro devono tenersi nascosti altrimenti vengono espulsi anche in maniera violenta. Ma se è un capo, allora se lo può permettere. Nessuno osa toccarlo: questa è la vera novità. Si può essere gay e mafiosi». Sul tema, sempre sollecitato da Klaus Davi, è intervenuto anche il magistrato della Corte di cassazione, Raffaele Cantone, ex pm della Dda di Napoli. «La camorra – ha detto Cantone – è la meno omofoba tra le varie organizzazioni . Anche se non c’è una sola camorra. Diciamo che quella urbana è la più ‘aperta’ sessualmente, ricalcando in questo senso un certo spirito napoletano da sempre tollerante verso le minoranze».