Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione convocata da alcune associazioni GLBT di Roma lo scorso sabato. Diversi i punti di scontro (vedi articolo di gay.it che segue), prima fra tutti la modalità stessa di convocazione, partita da quel “Comitato Roma Pride” che si costituì nel 2010 e che organizzò il primo pride romano senza il circolo Mario Mieli, senza le altre associazioni italiane e con una piattaforma politica annacquata.
In attesa di comunicazioni ufficiali da parte delle associazioni romane, pubblichiamo di seguito il resoconto pubblicato da gay.it sulla riunione del 25 e il documento scaturito dall’assemblea del 5.
Le reciproche diffidenze e le diverse priorità affossano un primo tentativo di accordo sulla gestione unitaria di tutte le associazioni gay nell’organizzazione del prossimo Gay Pride di Roma
Si è conclusa con scarsi risultati e ulteriore accumulo di tensione, sabato scorso, l’assemblea convocata dal Coordinamento Roma Pride, l’organismo costituito nel 2010 da diverse associazioni (Arcigay Roma, Di’Gay Project, ArciLesbica Roma, GayLib e Azione Trans) per decidere il futuro del Pride Romano.
Verso il Roma Pride 2012, per un Pride unitario, democratico e partecipato” era il titolo di un primo incontro tra le varie anime del movimento lgbt – singoli esponenti e, appunto, associazioni – nel quale però era pesata l’assenza del Circolo Mario Mieli, da sempre che dal 1994, con la sola eccezione proprio del 2010, è stato il principale organizzatore del Roma Pride; un metodo definito dalla presidentessa del circolo Rossana Praitano “Irricevibile e pericoloso”. Di contro proprio il Mieli era stato accusato di aver organizzato negli ultimi anni la manifestazione come se fosse l’unica realtà LGBT presente nella capitale, senza ascoltare le altre voci e soprattutto di mancata chiarezza sui bilanci.
Preso atto di queste difficoltà, l’incontro di sabato sarebbe serevito proprio per fare un “reset” della situazione e un passo indietro per costituire un soggetto unitario nel quale confluissero tutte le realtà coinvolte nel pride capitolino. Ma al momento del voto sullo scioglimento del Coordinamento Roma pride si è concretizzato lo stallo che ha occupato tutta la lunga e faticosa giornata di sabato.
I problemi che affaticano il movimento lgbt italiano ad uscire dalla palude sembrano essere sempre gli stessi: il persistere di reciproche diffidenze e le diverse priorità (basti pensare alla più assoluta contrarietà di GayLib, l’associazione di centrodestra – riguardo i matrimoni e le adozioni; l’omogenitorialità, al contrario, è un principio fondante di Famiglie Arcobaleno, giusto per fare un esempio).
Oltre a questo, un inedito testa a testa ha portato a chiudere la giornata senza decisioni operative e con un nuovo aggiornamento fissato fra due settimane: la possibilità o meno di aprire la discussione politica riguardante il Pride di Roma a realtà nazionali e ad associazioni e gruppi esterni alla città. Una posizione tanto naturale per alcuni, almeno quanto lo è per gli stessi la valenza nazionale del Pride cittadino della capitale, quanto assurda e fuori discussione per altri.
Ma al di là delle alleanze e degli equilibri che ovviamente si nascondono dietro queste rispettive posizioni quel che è certo è che ancora una volta ad aver tenuto banco è stata un’estenuante discussione sul contenitore più che sui contenuti. Una modalità che non viene capita fuori Roma e che inizia ad essere malsopportata persino al suo interno e che forse, al di là di una fiducia reciproca da dover ovviamente recuperare a tutti i costi se si vuole andare insieme da qualche parte, sarebbe l’unico vero banco di prova della possibilità di poter costruire un percorso comune.
Fonte Gay.it
Documento del 7 Febbraio
Roma, 07 febbraio 2012
Le associazioni convenute alla riunione di avvio dei lavori per il Roma Pride 2012 hanno stabilito di riconvocarsi il giorno 25 febbraio c.a. dalle ore 10:00 alle ore 17:00 presso la sede della CGIL in ViaBuonarroti n. 51 con il fine di proseguire le attività del Roma Pride 2012.
Nel corso dell’incontro è emersa la richiesta di sciogliere gli strumenti, tutti i precedenti coordinamenti/comitati del Roma Pride, e superare vecchie modalità, per dare vita ad uno strumento rappresentativo, trasparente e partecipato di tutte le realtà operanti sul territorio di Roma, cui attribuire dal Roma Pride 2012, e per il futuro, il ruolo di governare il processo di progettazione di gestione dei Roma Pride.
Le associazioni presenti: (in ordine alfabetico)
Agedo Roma – Ettore Ciano
Arcigay Roma – Roberto Stocco
Arcilesbica Roma – Eugenia Milozzi
Azione Trans – Eugenia Busdraghi
DGP – Marco Belfiore
Famiglie Arcobaleno – Gianfranco Goretti
Gay Center – Fabrizio Marrazzo
Gay Lib – Daniele Priori
Luiss Arcobaleno – Francesco Pesce
Nuova Proposta – Caterina Bianchi
Queer Lab – Filippo Riniolo
UAAR – Sergio D’Afflitto
Pubblichiamo le mail integrali che hanno preceduto la riunione del 5 Febbraio:
LA MAIL DEL COORDINAMENTO ROMA PRIDE
Alle Associazioni Lgbtiq di Roma e del Lazio
A tutte le persone interessate alla promozione dei diritti civili Lgbtiq Roma, 24 gennaio 2012
Oggetto: 5 febbraio – verso il Roma Pride 2012, per un Pride unitario, democratico e partecipato
Care amiche ed amici,
l’attuale situazione politica nazionale e internazionale apre scenari inquietanti. L’agenda politica italiana ed europea è dominata dalle emergenze macroeconomiche che mettono in crisi il modello di welfare del continente ed evidenziano l’urgenza di un nuovo modello di sviluppo capace di coniugare diritti, equità e giustizia.
Il tema della piena uguaglianza delle persone Lgbtiq è purtroppo sempre più distante dall’agenda politica italiana. Diventa quindi a questo punto necessario che la nostra comunità ed il movimento LGBTIQ facciano uno scatto in avanti, voltando pagina rispetto alle dinamiche conflittuali del passato, superando le antiche divisioni e recuperando quel ruolo storico che spesso hanno avuto, tornando a essere nuovamente protagonisti della vita sociale e culturale italiana.
Un primo importante passo è stato fatto: il 21 gennaio si sono riunite nella nostra città le associazioni (Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Certi Diritti) che stanno dando vita al “Coordinamento Italiano Pride”. Sulla base di questo slancio, importante e riconosciuto, verso un movimento sempre più unito, ora che il percorso del Pride Nazionale di Bologna è formalmente avviato con la costituzione del coordinamento e l’elezione del suo presidente, sentiamo la necessità di iniziare il dibattito sulla preparazione del prossimo Pride di Roma.
A tale scopo pensiamo sia importante vederci al più presto, tutte e tutti insieme, con l’obiettivo di avviare una riflessione sulle strategie e iniziative da mettere in campo nei prossimi mesi. Per questo la CGIL Roma, che tutti noi dobbiamo ringraziare per la sua solita preziosa collaborazione, ci ha messo a disposizione la sala di Via Buonarroti 51 per il 5 febbraio, dalle ore 10.30 alle ore 14.00.
Fermamente convinte che servano unità e condivisione, tutte le realtà firmatarie di questa lettera hanno come unico traguardo quello di perseguire fin dal primo appuntamento questi obiettivi. Siamo oramai consapevoli che le divisioni a cui abbiamo assistito negli anni scorsi, tanto più quando si parla di Pride, non possono essere riproposte ad una comunità che ha bisogno di iniziative forti, autorevoli, coese e generose.
Dandovi quindi appuntamento a questa importante riunione e con la preghiera di estendere questo invito a tutte le associazioni, persone, organizzazioni a voi vicine che abbiano a cuore le istanze della nostra comunità, ci è grata l’occasione di inviarvi un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro.
Coordinamento Roma Pride
Arcigay Roma
ArciLesbica Roma
Azione Trans
Di’ Gay Project
Gay Center
GayLib
Forum cittadino Lgbtiq
LA RISPOSTA DEL CIRCOLO MARIO MIELI, INVIATA IL 2 FEBBRAIO 2012
Il Circolo Mario Mieli ha ricevuto l’invito ad un incontro per il 5 febbraio presso la Cgil Roma per “iniziare un dibattito sulla preparazione del prossimo Pride di Roma” convocato da un “Coordinamento Roma Pride” con le firme di alcune associazioni glbtq di Roma.
Se fosse la prima volta che all’orizzonte delle vicende del movimento glbtq italiano apparisse tale entità, chiunque si stupirebbe di come possa iniziare un confronto per un Pride futuro quando per l’evento medesimo si è già costituito un coordinamento che poi chiama a sé tutti gli altri, considerando che la nascita deriva della semplice aggregazione di alcune sigle che si sono scelte tra loro.
Ovviamente chiunque si stupirebbe perché non si tratta di una qualunque iniziativa frutto di inventiva, giustamente libera e autonoma, di uno o più promotori per la quale poi si cercano adesioni, ma dell’evento collettivo per antonomasia della comunità glbtq, un Pride. Per tale evento non esistono organismi che individuano gli attori che si caricano degli annessi oneri e onori, ma esistono solo le regole condivise del buon senso, della pratica politica di movimento, dei risultati ottenuti, della storia pregressa, delle buone relazioni, dell’autorevolezza generale e della capacità sperimentata di aggregare masse ingenti di persone su contenuti ed eventi stessi. E’ ovvio quindi che nulla potrebbe sanare il vizio iniziale di una autonomina, nemmeno la eventuale successiva offerta di allargamento ad altri, proposta da chi, fuori da quelle pratiche, si è già dato forma, composizione e ruolo.
Stante così le cose chiunque, dopo lo stupore iniziale, non potrebbe che considerare irricevibile e pericoloso il metodo di una convocazione del genere e quindi scegliere coerentemente di non parteciparvi. Inoltre se non si ritenesse scorretto il metodo dell’autonomina, nulla vieterebbe che altri gruppi, magari anche intersecati, potrebbero nominarsi via via “Coordinamento Pride”; in tal caso quale sarebbe il Coordinamento più legittimato? Forse quello che si è fatto avanti per primo? O forse quello costruito con pratiche di confronto e dotato di capacità, forze ed esperienze verificate, quindi più rappresentativo, affidabile, autorevole? La risposta è banale, ma è anche indicativa della follia di una escalation di tal tipo.
Inoltre chiunque, e tanto più chi ha storia e risultati da vendere, troverebbe offensivo e anche un po’ ridicolo essere convocato per accodarsi a chi si è già nominato da sé coordinatore niente poco di meno di un Pride, figurarsi quello della capitale d’Italia.
Ma c’è un problema ulteriore e macroscopico: tale “Coordinamento” non è apparso questo mese dal nulla, producendo gli stupori citati, ma si è dato questo nome e assetto già nel 2010 con l’esplicito intento di “prenotare” la propria esistenza a Roma per il 2012, del resto tentando varie volte ed invano di ottenere una legittimazione già nell’evento dell’Europride. E sin da subito le osservazioni sopra esposte sono state in ogni sede e da tutto il resto del movimento romano (e non solo!) già dette e ripetute svariate volte. Coerentemente vengono qui riaffermate.
Per tale motivo, e non potrebbe essere altrimenti, il Circolo Mario Mieli non parteciperà all’incontro del 5 febbraio.
Del resto metodo, coerenza, relazioni, esperienza, rispetto, correttezza sono le costanti comportamentali ed “esistenziali” senza le quali il Mieli non sarebbe se stesso; le usiamo e le pretendiamo, non solo per noi.
Se invece qualunque associazione, o insieme di gruppi e associazione, senza la preventiva patente di “Coordinamento”, volesse in futuro convocare una riunione per sul serio “iniziare” a costruire il Pride di Roma del 2012, troverà il Mieli prontissimo a partecipare, costruttivamente come sempre. Ovviamente ciò è valido anche se il gruppo di associazioni fosse il medesimo (o se ne fosse persino una soltanto) che ha posto l’appuntamento del 5 febbraio con una modalità in questo caso tanto irrituale, nonché irritante ed irrispettosa. Non è un problema di chi inizia a dialogare o lavorare per un progetto come il Pride; chiunque lo può fare, purché non sia un Carneade. Costituisce invece un problema insormontabile chi pensa di dirigere e indirizzare sin dal suo sorgere un evento collettivo come il Pride di Roma, già con addosso una semplice etichetta, così invece piena di conseguenze, come “coordinamento”. Non si è mai visto che quello che rappresenta l’esito di un percorso complesso e articolato, come un coordinamento, sia già predeterminato; così quell’esito non può avere alcun futuro, e non solo perché lo pensiamo noi, in affollatissima compagnia.
Chiaramente ricordiamo che l’Europride, data la natura e l’assegnazione dell’evento stesso, ha avuto un iter diverso per l’individuazione degli organizzatori, chiaramente unico e particolare, ma comunque complesso e frutto di tantissime e felici relazioni e accordi in molteplici e svariate direzioni; lo ricordiamo noi stessi per prevenire polemiche che lascerebbero in solitudine chi le volesse inscenare. Del resto il risultato stesso dell’evento lo farebbe ammutolire dinanzi a qualsiasi cittadino italiano, figurarsi se lesbica, gay o trans.
In conclusione ci rendiamo disponibilissimi a un incontro futuro, cioè a un appuntamento che sin dalla genesi sia tra pari nell’iniziativa, nell’entusiasmo e nella proattività, ma anche dove nessuno sia immemore della storia che ognuno porta con sé.
Rossana Praitano
Presidente Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
LA RISPOSTA DEL COORDINAMENTO ROMA PRIDE, INVATA IL 3 FEBBRAIO 2012
Cara Rossana, care e cari amici del Mario Mieli,
con sorpresa apprendiamo dalla vostra lettera che la sola presenza del Coordinamento Roma Pride tra i partecipanti alla riunione del 5 febbraio rappresenti per voi l’unico ostacolo alla possibilità di costruire un percorso comune verso il Roma Pride 2012.
Ribadiamo che proprio in un momento storico e politico come questo, per il nostro Paese e per Roma, sia necessaria la massima condivisione nell’interesse delle persone Lgbtiq.
Proprio per favorire il dialogo il Coordinamento Roma Pride si è offerto, in questa fase, di lasciare alle associazioni il dibattito e dunque non prenderà parte alla riunione di domenica.
Ringraziamo quindi il CRP per questo grande e importante gesto di disponibilità e responsabilità che apprezziamo e di cui comprendiamo il senso.
Ci auguriamo quindi che la riunione di domenica 5 febbraio, dalle ore 10:30 alle ore 14:00 nella sede della CGIL Lazio di Via Buonarroti 51, possa finalmente permettere l’inizio di un nuovo percorso comune e un nuovo futuro.
A domenica.
Arcigay Roma
ArciLesbica Roma
Azione Trans
Di’ Gay Project
Gay Center
GayLib