Nicolas Sarkozy è un uomo in difficoltà. Il presidente francese non ha ancora annunciato la sua ricandidatura alle presidenziali, ma siccome anche i sassi sanno che si ripresenterà, ha già iniziato la sua campagna elettorale. Come ogni buon politico di destra che si rispetti, quando non ha carte in mano, o ne ha molto poche, ecco che arrivano i soliti attacchi alle minoranze per recuperare un po’ di consenso dall’elettorato conservatore sempre più deluso dal suo operato. Il buon Nicolas quindi ha deciso di centrare la sua campagna elettorale sul tradizionalismo valoriale: mai matrimoni gay, lotta anche solo al pensiero delle adozioni per le coppie omosessuali, e solite litanie destrorse su testamento biologico e immigrati, che non possono mai mancare.
Sarkò in crisi – L’approvazione di Monsieur Bruni è bassa, sul 30% da ormai molti mesi. Neppure lo scandalo che ha colpito il suo avversario più autorevole, Dominique Strauss-Kahn, poi uscito di scena, lo ha aiutato a risollevarsi. La sua gestione economica non è stato brillante, e sicuramente non ha rispettato la promessa elettorale di far ripartire la Francia su tassi di crescita sostenuti. Al contrario, i transalpini hanno perso per la prima volta nella loro storia la tripla A sul debito. Le difficoltà di Sarkozy si sono palesate in modo particolare nell’eurocrisi. Ogni sua proposta non corrispondente al dogma dell’austerità di rito tedesco è stata bocciata dall’esecutivo di Angela Merkel, nonostante alcuni punti, come gli Eurobond o un maggior intervento della Bce, godessero di un discreto consenso nelle istituzioni comunitarie. Ma Sarkozy si è sempre adeguato ai diktat della Cancelliera, che ora è diventata il suo modello. Perfino Der Spiegel, media non certo ostile alla Merkel, ha preso in giro la fiaba della Germania incantata che Sarkozy racconta per farsi rivotare dai francesi.
No ai matrimoni gay – Il presidente francese a Le Figaro ha detto in un momento di crisi sociale non si può distruggere un ancora solida della società come il matrimonio. Se due persone dello stesso si potessero sposare, o ancora peggio per Sarkò adottare un bambino, le ripercussioni sarebbero troppo gravi, perchè così facendo “si sotterra il matrimonio”. La sinistra francese ha invece messo nella sua agenda presidenziale l’introduzione delle nozze gay, e il presidente impopolare punta a trasformare le elezioni in un referendum sui valori tradizionali. Sarkozy non è nuovo a intemerate di destra, visto che durante uno dei suoi momenti di maggior impopolarità organizzò una baruffa internazionale per cacciare qualche centinaio di rom dalla Francia. I voti lepenisti fanno schifo solo quando non servono, evidentemente.
I gay di destra mollano Sarkozy – “Quando è troppo è troppo. Se voleva suscitare un voto di rigetto da parte dei gay c’è riuscito”. A parlare è Emmanuel Blanc, presidente di GayLib, formazione GLBT dell’UMP, il partito di Sarkozy. Blanc si dice “stupefatto” dopo la pubblicazione dell’intervista di Nicolas sarkozy su le Figaro in cui si pronuncia contro i matromoni gay per non “sotterrare l’immagine del matrimonio in questi tempi di crisi”. Prima conseguenza Gaylib non farà campagna elettorale per Sarkozy. In un’intervista a Tetù, la rivista GLBT francese, Blanc sostiene che la formazione gay non ha ancora tirato tutte le conclusioni e potrebbe anche chiedere le dimissioni di sarkozy o addirittura uscire dal partito. Blanc personalmente rimarrà nel partito perchè si riconosce nei suoi valori fondanti “la libertà e la responsabilità individuale”. E continua “E’ in nome dei valori tradizionali che bisogna affermare che la famiglia è un bene comune per tutti, non riservato solo agli eterosessuali”. Comunque sia, Blanc non voterà per Hollande, il candidato socialista. Gay si, ma pur sempre di destra (sic!)
Fonte Giornalettismo.com e tetu.com