Assoluzione con formula piena, “perchè il fatto non sussiste”, nell’udienza che vedeva imputato il Movimento Omosessuale Sardo per l’occupazione simbolica del consiglio comunale del 28 Giugno 2007
Questa mattina, nell’aula della corte d’Assise del Tribunale di Sassari, si è concluso il processo che vedeva imputato Massimo Mele, in qualità di presidente del MOS, per la manifestazione conclusasi nell’occupazione simbolica dell’aula del consiglio comunale, il 28 Giugno di quattro anni fa. Il giudice Plinia Azzena ha assolto l’imputato con formula piena, “perchè il fatto non sussiste” e rimandato a 90 giorni le motivazioni della sentenza. Era stato lo stesso pubblico ministero, Giuseppe Sanna, a chiedere l’assoluzione dopo aver verificato, nel corso del processo, l’inesistenza di una qualunque ipotesi di reato. La mancanza cioè di quel “mancato rispetto delle prescrizioni della Questura”, in calce al permesso accordato per la manifestazione, che imponevano di non trasformare il sit in in manifestazione itinerante “per non intralciare il traffico delle persone e dei veicoli”.
In pratica quello che dal MOS sostengono da anni, ovvero che il rinvio a giudizio ed il processo non erano supportati da alcuna prova nè da ipotesi di reato convincenti. Infatti la manifestazione, come ha ricordato lo stesso pm, si svolse in maniera del tutto pacifica e, persino l’ingresso nell’aula di palazzo Ducale, fu concordata con i dirigenti della digos e della polizia municipale presenti sul posto.
L’avvocato difensore Pina Zappetto, nell’avallare la richiesta di assoluzione del pm, ha inoltre sottolineato che il consiglio comunale si appresta ad approvare un ordine del giorno contro l’omofobia e la transfobia che, insieme al registro delle Unioni Civili, approvato dal consiglio lo scorso Luglio, fu alla base della protesta del MOS. l’approvazione dei due documenti riconosce, indirettamente, il valore di impegno civile del MOS e le ragioni stesse alla base dell’occupazione.
Massimo Mele lascia il Tribunale soddisfatto ma non nega l’amarezza per gli innumerevoli procedimenti a carico del MOS, tutti conclusi con la piena assoluzione “Preferiremmo impiegare il nostro tempo e i nostri soldi in attività sociali di assistenza e supporto alle persone omosessuali e transessuali piuttosto che perderlo dietro procedimenti inutili e costosi per la nostra associazione e per la collettività. Speriamo che adesso la procura di Sassari ci lasci in pace e si dedichi ai veri crimini che vengono commessi sul nostro territorio. La clinica di Malattie infettive è in costruzione da vent’anni con uno sperpero di decine di milioni di euro di denaro pubblico. Perchè non indagare su quello piuttosto che perseguitare l’unica associazione gay, lesbica, trans del territorio?”
Prossimo appuntamento giovedì 27 Ottobre in consiglio comunale per la discussione, prevista per oggi ma rimandata di due giorni, sull’ordine del giorno contro omofobia e transfobia. Sarebbe davvero un bel segnale, per la città, un’approvazione all’unanimità.