Riflessioni di una madre: un figlio deve stare con chi ama
di Maria Paola Curreli lettera alla Nuova sardegna di giovedì 18 Novembre 2010Non si può non rispondere alle sollecitazioni di altissimo livello culturale che il professor Satta Maniga a più riprese ha attivato nelle vostre pagine e che riassumo brevemente: i preti legati al sociale e barricadieri sono la rovina della Chiesa; la tonaca deve essere obbligatoria perché un sacerdote non può confondersi con gli altri essendo un rappresentante di Dio sulla terra (riconoscibile dall’abito, non dalle azioni e dall’esempio). Con la domanda del sondaggio lo stimolo è incontenibile, essendo madre di adolescente, e questa è la risposta: «Preferirei che mio figlio o mia figlia iniziassero una relazione con una persona che amano». O i destinatari erano solo i genitori di figli maschi? La informo che il “pericolo” omo può riguardare anche le figlie. Non soffrirei affatto a conoscere il compagno di mio figlio o la compagna di mia figlia ma mi annienterebbe scoprirne l’omofobia, il razzismo o la disponibilità a prostituirsi coi potenti di turno per un posto in tv o per un buon voto all’esame. Certo che, come sostiene il professore, la frase del premier è stata infelice (anche se espressione di ciò che il Magistero della Chiesa prevede). Da ex cattolica ho il ricordo di un Dio che perdona, perciò anch’io sollecito l’intervento della Chiesa a sostegno di B., che oggi ha diversi problemi sul groppone, perché almeno su quel fronte sia rassicurato. Mi dispiacerebbe anche se mio figlio o mia figlia incontrassero a scuola docenti che basano i loro ragionamenti sulla Bibbia o il catechismo e non sulla scienza, mentre sarei felicissima se potessero imparare da don Ciotti, don Gallo, don Cannavera. Da don Milani io e tanti insegnanti abbiamo imparato moltissimo. Altri a quanto pare niente!
La presente lettere è stata scritta in risposta alla lettera di un, fortunatamente, ex professore di fiolosofia teoretica che mal distingue tra filosofia e fondamentalismo. Satta Maniga, infatti, dimostra tutto il maschilismo pedofilo della vulgata cattolica che giustifica il Premier vaneggiando su un inverosimile rispetto delle sacre scritture. Per quanto la Bibbia sia un libro splatter, con sacrifci, omicidi e sangue che cola in ogni pagina, in nessuna è scritto che è moralmente accettato che un uomo sposato per ben due volte e oltre i settanta anni possa sbavare dietro ragazzine minorenni. Ma si sa, la Bibbia, i cattolici, la usano come arma contro gli altri e come paravento per i propri vizi!
Il premier e i gay, perché la Chiesa tace?
Ultimamente mi è capitato di riflettere sulla frase – infelice – del premier «meglio andare con le donne che essere gay». Ripeto, frase infelice che ci poteva risparmiare.. Poi mi è venuto alla mente il libro della Genesi: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse lore: “Siate fecondi e moltiplicatevi”». Nel Catechismo della Chiesa Cattolica poi al paragrafo 2357 possiamo leggere: «Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono contrari alla legge naturale perché precludono all’atto sessuale il dono della vita (…) In nessun caso possono essere approvati”». Ovvero il premier – sebbene in un modo infelice – ha espresso ciò che il Magistero della Chiesa prevede. Perché stavolta la Chiesa non si è espressa a sostegno di Berlusconi? Dove è la Cei? E dove sono i Vescovi sempre pronti a lanciare anàtemi sul Presidente del Consiglio? P.S. Proviamo a fare un sondaggio tra genitori di adolescenti (ma la risposta deve evitare il “politically correct”): «Preferiresti che tuo figlio iniziasse una relazione con un ragazzo o con una ragazza?».
Emanuele Satta-Maniga ex docente di filosofia teoretica La Nuova Sardegna 14 Novembre 2010
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