L’aggressione ad una coppia omosessuale italo-inglese è solo l’ultima di una lunga serie di episodi di intolleranza che si sono succeduti nei mesi passati.
Alla festa della birra di Pignataro, in provincia di Frosinone, una coppia gay italo-inglese è stata aggredita solo perché si stava baciando. I due, trentenni e in vacanza nel paesino nel cassinate si stavano baciando, seduti su una panca quando sono stati avvicinati da un gruppo di uomini, quasi certamente romeni, che li ha selvaggiamente picchiati. Gli aggressori hanno contestato a voce alta il fatto che i due italo-inglesi (uno dei due è originario della zona) stessero dando uno spettacolo poco edificante. Le vittime hanno riportato ferite al setto nasale e alla testa, e uno dei due è dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso. Uno dei due è stato medicato con diversi punti ed ha avuto 8 giorni di prognosi, gli aggressori sono fuggiti poco dopo.
2010 ANNO OMOFOBO – Di seguito, come si legge in una nota dell’Arcigay, l’elenco dei principali episodi di omofobia e transfobia denunciati nel 2010 a Roma con il supporto di Gay Help Line. Soltanto un caso su dieci viene segnalato e denunciato alle forze dell’ordine.
25 aprile 2010 – Insulti omofobi e schiaffi: nella notte tra sabato 24 e domenica 25 aprile un volontario di Arcigay Roma, Mattia, 22 anni è stato insultato e aggredito da un gruppo di 4 ragazzi di circa venticinque anni a bordo dell´autobus N8 in zona Trastevere: dopo aver provato a replicare, colpito ripetutamente e preso per il collo, è poi sceso dalla vettura.
30 maggio 2010 – Gli hanno urlato frocio, frocio e poi lo hanno colpito ripetutamente con calci e pugni all’addome e al volto fino a farlo cadere. E’ accaduto nella notte tra martedì 25 e mercoledì 26 maggio, tra l’1.30 e le 2 a S., un ragazzo romano di 22 anni, nei pressi di via Cavour (via del Fagutale). Gli aggressori, quattro italiani tra i 25 e i 30 anni, dopo averlo lasciato privo di sensi per terra, gli hanno poi sottratto il cellulare con il quale, prima di essere colpito era al telefono con un amico al quale è riuscito a chiedere aiuto e che lo ha poi raggiunto sul luogo della violenza. Il ragazzo aggredito è stato ricoverato d’urgenza in Ospedale, riportando diverse ferite, tagli e contusioni al volto e rischiando di perdere l’occhio.
2 luglio 2010 – Petardi al Gay Village. La notte che precede il Roma Pride 2010 esplosione in uno dei luogi più frequentati dalla comunità lgbt.
10 agosto 2010 – Si stavano baciando in spiaggia, quando un dipendente dello stabilimento balneare ha chiesto loro di smetterla e di allontanarsi perché segnalati da tre bagnanti che si ritenevano infastiditi dai loro baci. E´ successo alla fine di luglio sul litorale di Ostia a Roma a due ragazzi ventenni: R. e M., entrambi romani.
17 settembre 2010 – Anni di mobbing perché trans l´hanno portato a tentare il suicidio. E’ quanto S.T., transessuale f to m (da donna a uomo) di 35 anni che vive in provincia di Latina ha denunciato. S.T. lavora da circa 10 anni per una grande azienda casearia pontina come operaio e i suoi problemi cominciano circa 5 anni fa, quando dichiarò apertamente al datore di lavoro e alle sue colleghe di voler intraprendere il percorso di transizione. Da quel momento è iniziato un vero e proprio calvario: gli viene vietato l´accesso al bagno e allo spogliatoio costringendolo, di fatto, a cambiarsi in corridoio, gli ripetono “vedrai, un po’ alla volta ti faremo impazzire“, si rivolgono a lui usando l´appellativo “Transformer”, viene isolato dagli altri colleghi durante l´ora di pranzo, nel 2008 riceve una serie di lettere di richiamo a cui, però, non segue alcun provvedimento e viene più volte malmenato e insultato con le parole “sei mezza lesbica e mezzo frocio“. Il 13 settembre scorso, S.T., esasperato da questo clima, ha tentato di togliersi la vita tagliandosi i polsi con un taglierino all´interno dell´azienda, in presenza di colleghe e dirigenti. Nonostante perdesse molto sangue è stato anche spintonato per essere poi soccorso all´uscita dello stabilimento dagli operai di un´azienda vicina, e trasportato successivamente all´ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
Ottobre 2010 – Turisti che arrivavano a Roma, accolti con quattro chiacchiere in un locale, poi un bicchiere di vino e una passeggiata nel Parco di Colle Oppio. Ma dopo qualche ora si ritrovavano soli e intontiti in un posto sconosciuto. Non ricordavano più nulla ed erano senza portafogli, orologi e catenine. Erano rapine a base di sonnifero quelle subite dai turisti nella Capitale da un egiziano di 24 anni e due rom romeni di 26 e 23 anni. Quest´ultimo è ancora ricercato mentre i primi due sono stati arrestati dalla polizia. Sono state circa cinquanta le vittime della banda della dolce rapina, tutti turisti adescati di sera davanti a locali noti del centro di Roma, come quella del Colosseo, in particolare nella ‘gay street’. Uno di loro, uno statunitense, non si è piu’ risvegliato ed è stato ritrovato morto dagli agenti del commissariato del Celio lo scorso 13 novembre. Da lì gli investigatori hanno messo in correlazione una serie di episodi simili che erano stati denunciati, arrivando attraverso le indagini alla banda: tre stranieri ben vestiti che si spacciavano per italiani. I criminali sono stati individuati con una bottiglia di vino mentre tentavano di offrirne a diversi stranieri. Ma i due non bevevano mai da quella bottiglia, contenente una potente miscela di vino e sonnifero alla ‘benzodiazepine’ e nascosta in una fioriera nei pressi di un locale vicino al Colosseo.
30 dicembre 2010 – Stava trascorrendo una serata con alcune amiche in un locale a Trastevere, quando tre ragazzi romani di circa venti anni hanno cominciato a prenderlo di mira perché gay: si sono avvicinati al suo tavolo e gli hanno rivolto battute e insulti omofobi. E’ accaduto la sera del 28 dicembre a V., studente romano di 22 anni che poco dopo, sempre in compagnia delle sue amiche, ha lasciato il locale ed è stato inseguito dai tre ragazzi che hanno ripreso a insultarlo e, dopo un diverbio, è stato colpito con un coccio di un bicchiere al padiglione auricolare riportando una ferita che avrebbe anche potuto costargli la vita se il colpo fosse stato inferto pochi centimetri più in basso, all’arteria.
Da Giornalettismo.com